La ministra del Lavoro ha annunciato che il Governo sta pensando a Quota 41 con età 62-63 anni. Una riforma organica del sistema è invere rimandata al 2024.
Come sottolineato dal ministro dell’Economia Giorgetti in Parlamento, la legge di Bilancio di quest’anni, scritta a 4 mani col governo Draghi, affronterà in primis le questioni emergenziali, a partire dal caro energia per cui verranno investiti 21 dei 30 miliardi a disposizione. L’eventuale Flat tax è limitata all’area incrementale, per una riforma pensionistica strutturale se ne riparlerà nel 2024.
Inanto, però, va neutralizzato il ritorno alla legge Fornero con una misura ‘ponte’. E’ già partito il confronto tra governo e sindacati, la base di partenza è una ipotesi di lavoro è quota 41 con età 62-63 anni, stanti i dubbi espressi in merito dall’Inps.
La ministra del Lavoro annuncia la riforma delle pensioni: quando si farà
La ministra, a margine dell’incontro con le parti sociali, ha dichiarato che il “punto di riferimento” per il 2023 sarà Quota 41. Tutta via è ancora presto per sapere in che modo verrà attuata. Allo stesso tempo si profila all’orizzonte la proroga di Opzione donna. In questa fase “stiamo studiando gli strumenti”, ha fatto sapere in conferenza stampa. Tradotto: l’Esecutivo sta cercando di capire se ci sono i fondi per evitare il ritorno della legge Fornero. Sarebbe “per un solo anno nell’attesa ovviamente di fare invece una riforma sistemica e strutturale che vada anche ad interessare la previdenza complementare”. Perché – ha sottolineato Calderone – “qui non è solo in discussione il primo pilastro pensionistico ma ance il secondo, perché soprattutto per i giovani noi abbiamo bisogno di arrivare a pensioni che siano sostenibili”.
Quota 41
Sul tema pensioni, “in questo momento dobbiamo lavorare sulle ipotesi esistenti. Opzione donna e l’ape sociale sono per il Governo da riconfermare e poi quota 41 non può essere solo un 41 secco quindi e solo esclusivamente 41 anni di contributi, ma invece può essere un punto di partenza di un ragionamento che però contempli anche un collegamento a un gate di uscita che è l’età”: “realisticamente” l’età “può essere intorno ai 62-63 anni come ipotesi di lavoro però ci potrebbe essere un ragionamento sui 61″ e “quello solo per un anno in attesa di una riforma strutturale che vada anche a interessare la previdenza complementare”. Ad affermarlo è sempre il ministro del Lavoro, Marina Calderone intervenendo a Porta a Porta in onda su Rai 1.