L’Italia rischia una vera e propria crisi occupazionale per colpa della guerra tra Russia e Ucraina.
Il braccio di ferro tra l’Unione Europea e la Russia va ormai avanti da mesi. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina sono state inviate molte sanzioni a Putin il quale continua a far schizzare alle stelle il prezzo delle esportazioni di gas e petrolio verso l’Europa. Questo tira e molla tra le parti sta avendo effetti catastrofici soprattutto in Italia. L’inflazione viaggia ormai verso il 12% con famiglie ed imprese ormai sempre più in difficoltà per i continui rincari. La crisi energetica colpisce tutto il comparto economico mettendo a rischio anche posti di lavoro. Sono molte le imprese costrette a chiudere per i costi di produzione elevati che riducono il margine dei ricavi.
L’Unione Europea in questi mesi ha dichiarato di non volersi rendere indipendente dal gas e petrolio della Russia. L’intento è quello di non rifornirsi più da Putin e dalle aziende collegate al suo Paese. In Italia si sta vivendo un paradosso come quello della raffineria di Priolo in Sicilia. Si tratta dello stabilimento più grande dello Stivale nonché quinto in Europa che ora rischia di chiudere.
La raffineria di Priolo gestisce il 20% della raffinazione nazionale. Parliamo di uno stabilimento fondamentale non solo per l’Italia ma per l’intera Europa del Mediterraneo. Un indotto che dà lavoro a quasi 3.000 persone tra Siracusa e le zone limitrofe. La raffineria ha però un problema: è controllata indirettamente dalla Lukoil, un’azienda russa. Si tratta di un dettaglio non di poco conto. Le aziende russe, causa sanzioni decise dall’Unione Europea dopo l’attacco all’Ucraina, stanno subendo forte limitazioni sul mercato. Tali operazioni servono per azzerare qualsiasi tipo di profitto per la Russia di Putin. in questo modo il leader politico russo non riesce a ricevere ricavi dall’area Europea che invece appoggia l’Ucraina.
Le sanzioni dell’Unione Europea rappresentano un paradosso se guardiamo la situazione della raffineria di Priolo. La Lukoil attualmente viene sottoposta a sanzioni e limitazioni poichè azienda della Russia. Questo rischia seriamente di far scoppiare una vera e propria emergenza economica. Lo stabilimento, per colpa di queste limitazioni, ha ridotto le sue attività. Ciò significa che molti lavoratori e dipendenti della Lukoil di questo passo rischiano il licenziamento. Nel breve rischiano in 100mila, ma il numero può aumentare nel breve periodo. Un paradosso davvero incredibile se consideriamo anche che Priolo raffina il petrolio russo per poi darlo agli Stati Uniti che pubblicamente condanna Putin.
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