L’argomento delle pensioni è un argomento caldo ed importante perché si avvicina la riforma del governo Meloni.
Teoricamente se il governo Meloni non dovesse toccare la materia pensionistica si ritornerebbe la legge Fornero.
Ma Giorgia Meloni ha assolutamente giurato che alla legge Fornero non tornerà e che il nuovo governo riscriverà le pensioni in modo assolutamente più umano. Attualmente stanno per finire quota 102, ape sociale e opzione donna.
Dall’anno prossimo cambia tutto con la riforma
Queste tre misure comode per andare in pensione hanno sostanzialmente salvato gli italiani dalla Fornero.
Ma vediamo quali sono le proposte di cui si parla e vediamo anche quali sono quelle che hanno maggiori probabilità di trasformarsi poi nella riforma delle pensioni vera e propria. Innanzitutto si parla di un’opzione tu tutti con pensione contributiva dei 58 anni e 35 anni di contributi. Questa possibilità piace a molti ed è sostanzialmente l’estensione dell’attuale opzione donna. Ma si parla anche molto di un ritorno di quota 100 con le uscite flessibili dai 61 anni di età e con 35 anni di contributi ma sono veramente tanti.
Le altre opzioni ricche che fanno contanti sindacati e lavoratori
Si parla anche di una quota 41 dai 61 anni di età, ma anche di una quota 103 che però avrebbe bisogno di addirittura 40 anni di contributi. Inoltre è sempre più forte l’idea di un premio in busta paga per chi resta al lavoro. Ma ormai appare praticamente certo che ci sarà la proroga di ape sociale ai 63 anni e di opzione donna a 58 e 59 anni. La proroga probabilmente ci sarà anche per quota 102 ma con 64 anni di età e 38 anni di contributi. Nel 2023 i soggetti interessati ad ape sociale saranno i lavoratori impegnati invasioni gravose, gli invalidi almeno al 74%, i disoccupati e i caregivers che da almeno sei mesi assistono il familiare disabile. Per quanto riguarda i lavoratori gravosi però ovviamente servono sempre un bel po’ di anni di contributi per effettivamente beneficiare delle nuove misure pensionistiche.
Aumento delle pensioni minime: cosa succede nel 2023
Purtroppo non si parla più dell’aumento della pensione minima e questo è un vero problema perché le pensioni minime in Italia effettivamente hanno cifre veramente basse. Caritas e CGIA di Mestre hanno sottolineato più volte nei loro report come le pensioni minime in Italia siano veramente troppo basse e dunque la proposta di aumentarle emersa in campagna elettorale faceva ben sperare. Oggi molti sostengono che un aumento delle minime potrebbe essere possibile anche senza arrivare a 1000 euro.