Sarà dura non accettare il lavoro per chi prende il Reddito di Cittadinanza. Con l’obbligo dell’offerta congrua troppi lo perdono
È in arrivo una stretta decisa sul sussidio economico fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle. Il governo Meloni è intenzionato a modificare a fondo la misura e si attendono novità.
Sarà quindi molto dura non accettare il lavoro per chi prende il Reddito di Cittadinanza. Con l’obbligo dell’offerta congrua in troppi lo perdono.
Arriva l’obbligo di offerta congrua per il Reddito di Cittadinanza
Arriva la stretta del governo Meloni sul Reddito di Cittadinanza. Secondo le intenzioni dell’esecutivo si dovrebbe mantenere invariato il sostegno economico per coloro che non hanno la possibilità di lavorare (dunque invalidi, pensionati in difficoltà, chi non ha reddito e ha minori a carico). Ci saranno invece interessanti modifiche per coloro che sono in grado di lavorare.
“Abbiamo idee ben precise – afferma Claudio Durigon della Lega riguardo la questione dell’offerta congrua – se non si accetta, a casa già la prima volta”. Ad oggi l’importo viene diminuito dopo il primo rifiuto, ma l’intenzione (condivisa da tutta la maggioranza) è quella di potenziare i centri per l’impiego, incoraggiando l’incontro tra domanda e offerta.
Intanto si prepara un primo incontro a riguardo tra il ministro del Lavoro e delle politiche sociali con i sindacati, associazioni delle imprese e Confindustria. Verrà dato spazio all’ascolto delle varie posizioni sul tavolo, per poi fare una sintesi sulle tematiche del lavoro, pensioni e delle varie emergenze economiche-sociali in atto nel nostro Paese.
I dati forniti dall’Istat inquadrano un contesto in cui l’occupazione torna a crescere nel mese di settembre. Il tema del lavoro, strettamente correlato alle modifiche sul Reddito di Cittadinanza, sarà quindi centrale quelli in discussione sul tavolo del primo incontro che avverrà tra le parti sociali e il ministro Marina Calderone.
Nel mese di settembre il numero di occupati è salito di 46mila unità rispetto ad agosto. La crescita è trainata dai dipendenti permanenti, saliti fino a 82mila unità. Diminuiscono, invece, i dipendenti a termine (20mila unità in meno) e i lavoratori autonomi (circa 16mila in meno). Rispetto a settembre 2021 ci sono 316mila occupati in più.