Anche l’azienda può segnalare chi prende il reddito di cittadinanza e rifiuta un lavoro: ecco come fare.
Chi prende il reddito di cittadinanza deve guardarsi bene dal rifiutare un’offerta di lavoro, anche quando viene presentata direttamente dall’azienda senza l’intermediazione dei centri per l’impiego.
I percettori di reddito di cittadinanza sanno bene che quando centri per l’impiego e navigator presentano un’offerta di lavoro ritenuta congrua non è possibile rifiutare senza far scattare una sanzione, che va dal semplice taglio di 5 euro dell’importo mensile alla decadenza della prestazione. Molti però non sono a conoscenza della possibilità riconosciuta alle aziende, le quali possono fare in modo che il reddito di cittadinanza venga tolto a chi rifiuta un’offerta di lavoro, sempre che questa sia ritenuta congrua ai sensi di quanto disposto dal D.Lgs. 150/2015 e dal D.L. 4/2019.
Anziché lamentarsi per la difficoltà nel trovare personale da assumere, dando la colpa al reddito di cittadinanza, i datori di lavoro possono dare il loro contributo aiutando i centri per l’impiego nell’individuare quei beneficiari che per scelta non vogliono lavorare, dimostrando però che quella avanzata risulti un’offerta congrua.
Come fare se qualcuno rifiuta un’offerta di lavoro
È con la legge di conversione del decreto Aiuti (D.Lgs. 50/2022) che è stata data facoltà ai datori di lavoro di segnalare chi prende il reddito di cittadinanza e non vuole andare a lavorare. Una novità avvallata anche dal Movimento 5 stelle, per quella che sarebbe dovuta essere una vera e propria rivoluzione. Tuttavia, sono in pochi i datori di lavoro che per il momento hanno deciso di approfittarne, spesso perché non sono a conoscenza di una tale possibilità. In realtà il procedimento è molto semplice: una volta preso atto del rifiuto, l’azienda può contattare il centro per l’impiego competente sul territorio per raccontare l’accaduto. Sarà questo a valutare come procedere: solitamente si parte dal contattare il beneficiario e fare un confronto con l’azienda, così da poter effettivamente verificare se c’è l’intenzione di rifiutare l’offerta di lavoro. Qualora invece dovesse esserci una prova scritta, ad esempio una mail o un messaggio dove si legge chiaramente che il percettore di Rdc non è intenzionato ad accettare l’offerta, allora il centro per l’impiego potrebbe procedere fin da subito a comminare la sanzione.
Quando è da tenere in considerazione un’offerta di lavoro?
Non tutte le offerte di lavoro, però, sono da considerare come congrue. Nel dettaglio, non possono essere rifiutate solamente quelle che presentano i seguenti requisiti: retribuzione superiore di almeno il 10% rispetto al beneficio mensile massimo fruibile dalla persona sola (780 euro). Di conseguenza, lo stipendio offerto deve essere di almeno 858 euro, e in ogni caso non può essere inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi; il contratto può essere a tempo determinato (ma di almeno 3 mesi), indeterminato o apprendistato; l’orario di lavoro può essere full o part-time, ma in quest’ultimo caso non può essere inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno indicato dal contratto collettivo. la distanza dal luogo di lavoro deve essere di massimo 80 chilometri, o comunque deve risultare raggiungibile nel limite temporale di 100 minuti. In caso di rinnovo del beneficio, invece, sono considerate congrue anche le offerte di distanza superiore. Per i nuclei familiari dove ci sono componenti con disabilità la distanza non può superare in ogni caso i 100 chilometri, mentre laddove ci siano figli minori il limite si alza a 250 chilometri.