L’inflazione non da tregua a nessuno. Anche a novembre continuano ad aumentare i prezzi dei prodotti alimentari, costringendoci a fare delle scelte importanti. Occorrerà saper distinguere cosa ci è indispensabile e cosa può essere lasciato indietro.
Anche se per novembre la situazione con le bollette sembra andare nella direzione giusta, dobbiamo ancora tenere conto dell’inflazione alta. Ormai al di sopra dell’8%, il tasso di inflazione si pronostica poter aumentare fino al 10% già prima dell’inizio del 2023, con conseguente aumento dei prezzi di tutti i prodotti e i servizi, anche quelli più essenziali per tutti.
Considerando che l’inflazione non infierisce su tutti i prodotti allo stesso modo, saranno quelli di più largo consumo e quelli che necessitano di una maggiore lavorazione industriale a subire gli aumenti più alti.
Inflazione, ecco quali prodotti e servizi pagheremo di più
A far maggiormente paura è, come logico, l’aumento legato all’energia elettrica. Il prezzo dell’elettricità, già minato dall’aumento del prezzo del gas, potrebbe non calare affatto, proprio per il meccanismo secondo cui il tasso di inflazione scende molto più lentamente rispetto al prezzo del gas. Rispetto ai livelli pre crisi l’elettricità ha avuto un aumento sul mercato libero del 137% e del 57% nel mercato tutelato.
Un altro servizio molto importante che sta subendo un aumento mostruoso è quello dei viaggi in aereo. I biglietti aerei sono aumentati moltissimo dopo l’inizio della crisi del gas con i voli europei aumentati del 128% rispetto al periodo pre crisi. Aumenti importanti anche per i voli intercontinentali, aumentati del 97,4%. Infine il terzo servizio aumentato di più in questi mesi è, ovviamente, il gas. Nel mercato libero l’aumento del prezzo del gas è stato del 63%, mentre nel mercato tutelato del 43%.
L’inflazione pesa anche sulla produzione di prodotti, in particolare quelli alimentari. L’aumento più alto registrato tra i prezzi che compongono il carrello della spesa italiano è quello dell’olio d’oliva. Una combinazione di siccità estiva, aumento del prezzo dell’energia e inflazione ha reso l’olio d’oliva un prodotto dal prezzo altissimo, aumentato fino al 59% in più rispetto ai livelli pre-crisi.
Similmente all’olio, il secondo prodotto con l’aumento più alto è il burro, altro prodotto su cui sono necessarie numerose lavorazioni. Il prezzo medio di un panetto di burro è aumentato del 38% rispetto all’anno scorso. Il gradino più basso del podio, infine, se lo prende il riso, la cui produzione in Italia è stata falciata dalla siccità che quest’estate ha colpito il nord Italia, nonché la guerra in Ucraina che ha impedito gran parte delle importazioni. Una confezione di riso oggi costa il 26% in più rispetto al 2021.