La normativa INPS è sempre in evoluzione e questo non deve sorprendere anche perché l’istituto guidato da Tridico cerca di venire incontro per quanto possibile alle esigenze degli italiani sempre più in difficoltà.
C’è una bella novità per quello che riguarda opzione donna e soprattutto il numero di contributi necessari per andarci.
Innanzitutto bisogna chiarire che opzione donna vale soltanto per chi raggiunge i requisiti entro la fine del 2021 (ma questo è vero, come vedremo, solo in teoria).
Cosa cambia su Opzione donna: non è come credi
Questo è un aspetto molto importante da comprendere perché è vero che non ci sono particolari scadenze per presentare la domanda di pensione però i requisiti devono comunque essere stati centrati entro il 31 dicembre 2021. In sostanza bisogna rispettare la cosiddetta finestra mobile di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti. La finestra mobile sale a 18 mesi per le lavoratrici autonome. Però è importante capire che anche se i 35 anni di contributi non sono stati perfezionati alla fine del 2021 si può usare opzione donna ugualmente. E questa è sicuramente una novità molto positiva. Vediamo come funziona.
La questione dei termini e la proroga
innanzitutto bisogna chiarire che entro il 31 dicembre 2021 servono i 58 anni per le lavoratrici dipendenti che salgono a 59 anni per le autonome.
Sempre nella stessa data servono i famosi 35 anni di contributi. Vediamo però l’interessante scappatoia suggerita proprio dagli esperti delle pensioni. Se una lavoratrice donna non dovesse aver compiuto l’età necessaria entro il famoso 31 dicembre 2021 può comunque accedere a questo tipo di pensionamento. In realtà teoricamente non potrebbe ma con l’annunciata proroga di questo regime sperimentale anche al 2022 c’è sempre la possibilità che centri tutti gli obiettivi per andare in pensione proprio nell’anno 2022. Infatti la proroga per il 2022 è stata già annunciata.
Ecco la forte novità e come tante possono effettivamente rientrarci anche se teoricamente non sarebbe così
Ma vediamo che cosa succede se entro il 31 dicembre 2021 non sono stati raggiunti i 35 anni di contributi. In realtà ci sono tantissimi periodi che possono essere riscattati. Per esempio le gravidanze al di fuori di un rapporto di lavoro possono comunque essere riscattate. Ecco in quale modo si possono comunque centrare tutti gli obiettivi previsti dalla normativa anche se teoricamente sembrerebbe di no. Si tratta sicuramente di una scappatoia molto interessante e che per tante lavoratrici potrà essere realmente utile.