Le banche centrali sono state molto assertive negli ultimi tempi e hanno comunicato con grande chiarezza.
Leggendo i loro comunicati ormai è chiaro che se all’inizio erano molto timide sull’aumento dei tassi oggi sono veramente determinate nell’aumentarli.
Quindi i tassi aumenteranno ad un ritmo molto robusto ma questo è un problema molto grosso per l’economia.
Aumenti dei tassi sempre più vigorosi e decisi
Da una parte l’aumento dei tassi praticati dalle banche centrali significa una speranza sul fronte dell’inflazione ma significa anche la quasi certezza dell’arrivo della recessione. Infatti quando la banca Centrale aumenta i tassi di interesse, l’inflazione sicuramente può diminuire. E infatti è proprio per questo che le banche centrali stanno aumentando i tassi. Con un’inflazione che ormai viaggia verso il 10% e che rischia di essere veramente catastrofica per le famiglie e per le imprese le banche centrali sono costrette ad aumentare i tassi.
Il dubbio tra inflazione e recessione, ma le avremo entrambe
Ma proprio l’aumento dei tassi rende molto più probabile la recessione.
Molti sostengono che con questo duro aumento dei tassi è possibile sia lo scoppio della bolla immobiliare che anche lo scoppio della bolla in borsa. Gli economisti sono molto divisi su questo punto. Alcuni sostengono che l’aumento dei tassi sia giustificato mentre altri ritengono che sia veramente troppo forte. In sostanza molti si chiedono se le aziende e le famiglie siano più minacciate dall’altissima inflazione e dalle bollette insostenibili oppure siano più minacciate dal rischio di una recessione economica che potrebbe far chiudere tantissime aziende.
Il rischio per la tenuta sociale e forte ma gli istituti centrali sono sempre più decisi
Certamente si tratta di un vero e proprio dubbio amletico per le banche centrali e prendere una decisione sicuramente non è facile. Proprio negli ultimi giorni è emerso come la Federal Reserve sia molto più determinata della banca Centrale Europea nell’aumento dei tassi ma comunque sia la direzione ormai è assolutamente chiara. L’Europa non è pronta per sostenere contemporaneamente spese energetiche così alte ed anche la recessione ma quasi certamente è questo quello che accadrà nei prossimi mesi.