È in arrivo un aiuto piuttosto utile per le famiglie in difficoltà a causa del prezzo delle bollette. Ma potrebbe essere troppo tardi
La crisi economica che stiamo attraversando ha portato nelle famiglie problemi trasversali che non possono essere sintetizzati semplicemente con la mancanza di denaro per far fronte alle spese.
Certo, l’aumento dei prezzi delle bollette e delle spese in generale ha fatto sì che i cittadini avessero ancora più difficoltà a pagare, ma ora il problema sembra essere anche la morosità delle bollette. È infatti in arrivo un aiuto sostanziale per le famiglie, ma potrebbe essere ormai troppo tardi. Ecco perché.
Arriva un aiuto per le famiglie con le bollette. Ma potrebbe essere troppo tardi
A causa dell’incredibile incremento del prezzo delle bollette di luce e gas, sono milioni le famiglie che si trovano in condizioni di grandi difficoltà nei pagamenti. Sono infatti aumentate a dismisura le morosità sull’energia, con la conseguenza che molte aziende devono pagare in anticipo l’acquisto di energia.
Da ormai settimane, è sensibilmente aumentato il rischio che i clienti finali non paghino il dovuto, anche a causa della riduzione dei consumi. Secondo analisi e ricerche, infatti, le famiglie italiane spenderanno circa 1.516€ in più per l’energia rispetto al 2021, per un totale di 2.771€ contro i 1.255€ dell’anno precedente.
A questo proposito ha deciso di muoversi l’Arera, l’Authority dell’energia, con l’obiettivo di evitare che il rincaro delle bollette possa minare le possibilità economiche dei cittadini, ma anche di fornitori e altre imprese. La causa è stata individuata nello stop alle modifiche unilaterali dei contratti di energia e gas, richiesto all’interno del decreto Aiuti. L’intenzione era infatti quella di interrompere in maniera retroattiva i contratti dei fornitori rispetto a quei clienti considerati morosi.
Arera ha voluto bacchettare alcune società energetiche sospette di aver aggirato il divieto. Tuttavia, alcune notifiche da parte delle imprese energetiche sarebbero state inviate prima dell’emanazione del decreto, alcune anche a settembre (contravvenendo il Codice di condotta sul preavviso).
Ad oggi, però, ci sono ancora dubbi riguardo la valutazione della scelta del fornitore di procedere con la risoluzione del contratto in maniera unilaterale. Ci sono infatti necessità legittime dettate dal rischio di fallimento oppure scelte che comportano una vera ingiustizia.