La nuova misura economica potrebbe essere varata davvero. Ecco che cosa vuole fare Giorgia Meloni con la Flat tax
Dopo la vittoria del Centrodestra alle ultime elezioni politiche del 25 settembre 2022, l’Italia avrà una maggioranza schiacciante. Il nuovo governo, infatti, avrà la possibilità di realizzare numerose riforme, tra cui quelle tanto sbandierate in campagna elettorale.
Sono in molti, infatti, a chiedersi se il prossimo governo di Centrodestra realizzerà davvero la nuova riforma fiscale con al centro la famosa “tassa piatta”. Molti ne dubitano, ma c’è chi crede che potrà essere realizzata davvero: ecco, quindi, cosa vuole fare Giorgia Meloni con la Flat tax.
Sono molti anni che il Centrodestra, durante le numerose campagne elettorale, propone di realizzare la cosiddetta Flat tax, o chiamata anche tassa piatta. Sono molti ad essere particolarmente scettici sull’effettiva realizzazione. I maggiori dubbi riguardano i pochissimi benefici per la classe media e per le aliquote minori, oltre alla possibile sua incostituzionalità.
Nei giorni scorsi è stato lo stesso presidente di Confindustria ad esprimersi riguardo la possibile ed effettiva realizzazione della misura, parlando della sua impossibilità pratica. Il consiglio alla nuova maggioranza è stato quello di evitare di procedere con la tassa piatta in quanto il Paese “non può permetterselo”.
Tuttavia, il prossimo (probabile) primo ministro italiano avrebbe in mente qualcosa di diverso. Ecco cosa vorrebbe fare Giorgia Meloni con la flat tax.
L’idea sarebbe quella di modificare la proposta iniziale con una flat tax incrementale, costituita da uno spostamento fino a 100mila euro per gli autonomi e Partite Iva. D’altronde, all’interno del programma di Fratelli d’Italia, realizzato per la scorsa campagna elettorale, la tassa piatta era un punto importante dell’azione di un futuro governo. Nel documento, infatti, si legge “Flat tax su incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, con la prospettiva di ulteriore ampliamento per famiglie e imprese”.
Secondo il Corriere, l’idea sarebbe quella di introdurre un prelievo del 15% sugli incassi totali rispetto all’anno precedente. Il nuovo regime fiscale varrebbe per i lavoratori dipendenti che hanno ricevuto un aumento temporaneo degli orari di straordinari, i quali vedrebbero detassate queste ore del 15%.
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