La riforma Fornero non si può cancellare, almeno per il momento. Ecco perché cosa sta accadendo con il mondo delle pensioni.
Spesso negli ultimi anni abbiamo sentito parlare di cancellazione, o perlomeno di superamento, della legge Fornero. Eppure, ancora oggi per le pensioni si continua ad applicare quanto disposto nel lontano 2011, con alcune eccezioni che tuttavia si rivolgono a una platea ristretta di persone.
Di possibile cancellazione della legge Fornero si è tornati a parlare con la vittoria del centrodestra alle elezioni, in quanto il superamento della riforma del 2011 rappresenta un punto cardine del programma di Matteo Salvini. Tuttavia, Giorgia Meloni – che la riforma Fornero l’ha votata – sembra essere più prudente a riguardo, consapevole che ci sono “miliardi” di ragioni che impediscono di cancellare la legge Fornero.
Riforma delle pensioni: la Legge Fornero non può essere ancora superata
Grazie alla riforma delle pensioni attuata nel 2011 dal Governo Monti, quando al Ministero del Lavoro c’era Elsa Fornero, è stato possibile risparmiare 80 miliardi di euro in meno di dieci anni. Come ha avuto modo di spiegare la Ragioneria di Stato, questa riforma da sola vale un terzo dei risparmi che verranno accumulati fino al 2060; la Legge 201/2011, quindi, ha dato un enorme contributo alla sostenibilità del sistema pensionistico. Nel 2020 i risparmi della riforma Fornero sono arrivati a 22 miliardi (più dell’1,4% del PIL) di euro; adesso la curva scenderà progressivamente, fino ad attestarsi allo 0,8% del PIL nel 2030 e poi azzerarsi nel 2045.
Spesa per le pensioni: il bilancio è terrificante
Anche perché la legge Fornero è servita solamente per contenere i costi di una spesa che negli anni ha continuato a salire. Basti pensare che nel 2012, quindi appena dopo l’approvazione della riforma, la spesa per le pensioni si attestava a 249,5 miliardi di euro, il 15,9% del Pil. Quest’anno, almeno stando ai dati contenuti nell’ultima Nadef, la spesa sarà di 297,4 miliardi, il 15,7% del Pil. Ed è destinata a crescere, visto che alla fine del prossimo triennio sarà pari a 349,8 miliardi, ben 100,3 miliardi in più rispetto al 2011. In questa situazione, con la spesa per le pensioni che salirà a più del 17% del Pil (sempre che questo nel frattempo non si contragga a causa delle conseguenze della guerra in Ucraina) è impossibile pensare al superamento della legge Fornero, il quale richiederebbe misure ben più costose rispetto a quelle attuate negli anni scorsi, da Quota 100 all’Ape Sociale.