A causa del rincaro delle bollette l’Unione Europea aveva diffuso un piano per il risparmio energetico. Ma ora ha già cambiato le regole
La crisi energetica e il rincaro delle bollette hanno gettato numerosi Paesi dell’Unione Europea in una crisi senza precedenti. La decisione di Putin di tagliare le forniture e il comportamento speculativo dei mercati ha fatto schizzare in alto il prezzo del gas.
Dunque, l’Unione ha optato nelle scorse settimane per varare un piano di risparmio energetico da far valere in tutti i Paesi dell’Unione (con lo scopo di ridurre i consumi e tenere a freno le bollette). Tuttavia, adesso sembra aver cambiato nuovamente le regole.
Nuove regole sul risparmio energetico. L’Europa cambia idea
Cambio di rotta da parte dell’Unione Europea, la quale ha deciso di imporre regole meno stringenti riguardo le ore di punta in cui attuare i tagli dei consumi di elettricità. Secondo l’ultima bozza diffusa dall’Ansa, infatti, ci sarebbero particolari e interessanti novità. Si sta infatti cercando un compromesso, dove i governi stanno chiedendo una copertura di almeno il 7% delle ore di punta per tutto il periodo da dicembre a marzo, rispetto al 10% delle ore prese in considerazione dalla Commissione.
Inoltre, è stato riportato un nuovo calcolo sugli extra-profitti delle compagnie energetiche. Questi potrebbero essere calcolati, infatti, in riferimento agli utili di 4 anni, dal 2018. In precedenza, era stato proposto di prendere in considerazione il periodo che va dal 2019 al 2021.
Sono state proposte due modalità utili all’individuazioni delle ore di punta in cui effettuare i tanto chiacchierati tagli obbligatori dei consumi energetici. Secondo la prima modalità “Ogni Stato membro dovrà individuare le ore di picco dei prezzi che devono corrispondere ad almeno il 10% delle ore del periodo tra dicembre 2022 e marzo 2023”.
Inoltre, vi è la proposta secondo cui gli Stati membri potrebbero avere la possibilità di decidere su quale percentuale di ore puntare, a patto che sia coperto almeno il 7% delle ore di punta. Resta a 180 euro a megawattora, infine, il tetto della tassa ai ricavi dell’elettricità delle compagnie che producono energia da fonti non fossili, come solare, eolico o gas. Tuttavia, vi è la richiesta alla Commissione di realizzare linee guida per l’applicazione del regolamento.