Il limite di pignoramento delle pensioni sale a 1.000 euro. Salvi migliaia di anziani alle prese coi debiti.
Per le pensioni sotto i 1.000 euro non scatta più il pignoramento. O meglio, può esse pignorata solo la parte eccedente tale soglia, così come stabilito dal decreto Aiut ter appena varato dal governo Draghi ed emendato dal Parlamento.
Il limite per il pignoramento della pensione sale quindi di oltre il 40% passando da 702 a 1.000 euro. Il che mette al riparo i pensionati più fragili dall’attacco dei creditori. Ma basterà a tutelare i più deboli?
La crisi economica scoppiata dopo il Covid e amplificata adesso con l’esplosione dell’inflazione sta mettendo a dura prova anziani e famiglie.
Se fino a qualche anno fa con una pensione di 1.000 euro si riusciva a tirare avanti fino alla fine del mese, oggi si arriva alla terza settimana. Poi cosa succede? Ci si indebita. E per chi ha già in corso rate e dilazioni diventa un problema che si somma a questa nuova emergenza economica. Il carrello della spesa è cresciuto enormemente e i soldi delle pensioni non bastano più per pagare le bollette. In Italia sono circa 200 mila i pensionati sotto pignoramento pensione. Migliaia di anziani che non riescono più a pagare rate debitorie e cartelle esattoriali. Si tratta più che altro di pensionati morosi nei confronti del fisco e delle compagnie energetiche. Ecco quindi spuntare il salvagente che alza il limite di pignoramento a 1.000 euro per le pensioni. Intervento che, accompagnato dalla rivalutazione anticipata e dal bonus da 150 euro una tantum a novembre, dovrebbe mitigare l’impatto del carovita.
Posto che il limite per il pignoramento sale 1.000 euro, quanto è possibile recuperare sulla pensione? Per legge è aggredibile fino a un quinto della pensione. E questa percentuale è rimasta invariata anche col decreto Aiuti bis. Tuttavia, a differenza della busta paga, esiste un limite al di sotto del quale non può essere effettuato alcun pignoramento. Detto limite vale 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Questa soglia è ritenuta il “minimo vitale” al di sotto della quale non è possibile privare il debitore dei mezzi minimi per vivere. A oggi l’importo dell’assegno sociale è pari a 468,28 euro per cui il limite di pensione non aggredibile è 702,42 euro. In sintesi, quindi d’ora in avanti il pignoramento potrà essere effettuato solo su quelle pensioni che superano la soglia dei 1.000 euro. E solamente per un quinto della parte eccedente tale limite.
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