Non basta il problema del caro bollette e dell’aumento dei prezzi. Con la crescita dell’inflazione sono problemi anche per gli affitti
Non è certamente uno dei migliori momenti storici per investire i propri risparmi nell’acquisto di una casa o nel pagamento dell’affitto. L’inflazione crescente e il conseguente aumento dei tassi di interesse da parte della Bce hanno creato problemi non di poco conto, rendendo problematica anche l’idea di affittare una casa.
Quando si decide di fare questo passo, è sempre necessario fare attenzione a molti fattori; proprio per questo ci viene in aiuto la cedolare secca.
La cedolare secca è un regime opzionale che viene utilizzato all’interno di contratti di locazione di case e appartamenti che prevede il pagamento di tasse al 10 o al 21%. Le imposte sono riferite al proprietario della casa, e non dipendono dallo scaglione Irpef a cui fanno riferimento.
Si tratta di un sistema che non prevede vincoli e che, in teoria, aiuterebbe a combattere il problema degli affitti in nero. Tuttavia, a causa della recente inflazione (arrivata alle soglie dell’8%), questo regime renderebbe sconveniente per il locatore cedere la propria casa in affitto.
La cedolare secca prevede il pagamento di una tassa che sostituisce l’imposta Irpef, oltre ad alcuni addizionali, evitando l’imposta di registro e di bollo. È possibile utilizzare questo regime per gli immobili che appartengono alle categorie catastali AI e AII.
Per il locatore è un sistema utile, in quanto darà la possibilità di accedere ad un’aliquota del 21% sul canone di affitto annuo. Inoltre, permette di escludere il canone dal reddito complessivo e, quindi, dal pagamento degli scaglioni Irpef.
A causa dell’inflazione le cose potrebbero cambiare. Sarà infatti necessario fare alcuni calcoli per capire e decidere se revocare la cedolare secca da parte del locatore o continuare. Se l’inflazione è arrivata all’8,1%, infatti, la rivalutazione di un contratto di affitto di circa 500€ ammonterà a circa 42€ al mese, ovvero 504€ in un anno.
Una persona che ha un reddito di 15mila euro e che decide di affittare la sua seconda casa potrebbe avere problemi. Questo nel caso dovesse decidere di passare dalla cedolare secca al regime ordinario, ovvero da 1260€ con la cedolare a 13890€ con lo scaglione al 23%.
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