Stanziati nuovi fondi per il reddito di libertà a favore delle donne vittime di violenza. Quanto spetta e come presentare domanda all’Inps.
Il reddito di libertà ottiene – finalmente – nuovi fondi. Purtroppo le donne vittime di violenza sono ancora molte, troppe. Già se ce ne fosse una, a dire il vero, dovremmo considerarle troppe perché di certe storie non vorremmo proprio sentirne parlare in una società civile. E spesso chi non denuncia è bloccato dalla paura.
Di ripercussioni dall’aggressore in primis ma anche paura di non saper sopravvivere da sola. Dove andrò, di cosa vivrò? Vivere: questa è la cosa che conta. Vivere in sicurezza. Ma come. Per sensibilizzare sulle possibilità vi parliamo dei nuovi fondi in arrivo per il reddito di libertà. Sussidi Inps destinati alle donne vittime di violenza e che si trovano in condizioni di disagio. La misura non è nuova, ma risale al dicembre 2020 quando il governo è intervenuto in difesa delle donne su questo drammatico aspetto.
A chi spetta il reddito di libertà
Ma a chi spetta esattamente il reddito di libertà? Il bonus spetta alle donne vittime di violenza e ha lo scopo di limitare e mitigare gli effetti economici negativi derivanti dal disagio sociale della violenza.
Il fondo, costituito presso l’Inps, prevede la concessione di massimo 400 euro al mese, per massimo 12 mensilità. Un significativo intervento a sostegno delle donne che ogni anno subiscono abusi e violenze di ogni tipo e che sono ormai all’rodine del giorno.
Come si fa la domanda
La domanda per ottenere il reddito di libertà deve essere presentata direttamente al Inps per via telematica allegando la dichiarazione rilasciata dal rappresentante legale del Centro antiviolenza. La certificazione deve contenere i dettagli circa il percorso di emancipazione e autonomia seguito e lo stato di bisogno economico della vittima di violenza. Hanno diritto al bonus da 400 euro al mese tutte le donne di età compresa fra i 16 e 70 anni compiuti, sole o con figli minori. L’indennità economica così riconosciuta sarà pagata mensilmente dal Inps fino al raggiungimento dell’obiettivo indicato dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Il reddito di libertà è concesso principalmente per sostenere le spese per assicurare l’autonomia abitativa e il riacquisto dell’autonomia personale. Ma anche per favorire il percorso scolastico e formativo dei figli minori conviventi con la madre che ha subito il trauma. Il reddito di libertà è cumulabile anche con altre provvidenze erogate dal Inps e in particolare con il reddito di cittadinanza.