Per le anticipazioni della rivalutazione delle pensioni servono 25 miliardi di euro, ma questa volta la coperta è corta
L’aumento della spesa per le pensioni sarà di circa 25 miliardi per il prossimo anno. Tuttavia ad oggi ci si chiede dove prenderà le risorse lo stato per affrontare una tale spesa. A causa dell’inflazione e del sistema di calcolo contributivo che non è stato ancora inserito a regime, le spese per lo Stato aumentano.
Nel 2021, secondo le informazioni fornite dall’Inps, lo Stato spendeva per le pensioni circa 312 miliardi di euro, Ad ingrossare le spese sono le pensioni anticipata, che riguardano il 56% del totale e le pensioni di vecchiaia, ovvero il 18%.
Difficoltà per coprire le spese delle pensioni
Con l’arrivo della pesante inflazione che tutt’ora stiamo vivendo, il costo della vita per i cittadini italiani potrebbe aumentare del 7-8% Serviranno dunque circa 25 miliardi di euro per mettere in pratica la tanto declamata rivalutazione delle pensioni. Sono circa 16 milioni, infatti, gli assegni interessati, con una crescita dell’8%. Nella prossima legge di Bilancio, dunque, dovrà essere indicato dove verranno prese le risorse necessarie.
Sarà quindi un compito arduo, che verrà messo nelle mani del prossimo governo che si verrà a formare a seguito della tornata elettorale prevista per il 25 settembre. Appena formato, infatti, il prossimo esecutivo avrà pochi giorni per trovare le risorse necessarie per attuare la riforma delle pensioni (pena il ritorno della Legge Fornero).
La coperta risulta essere corta e le promesse dei partiti sembrano essere tutte non in linea con quelle che sono le reali capacità delle casse dello Stato. Dunque, sarà necessario ingegnarsi per trovare le risorse sufficienti. A causa del caro vita dovuto alla crisi energetica, infatti, lo Stato dovrà impegnare gran parte delle entrate per dare aiuti a famiglie e imprese.
Il governo Draghi, infatti, ha investito risorse per circa 40 miliardi di euro nel 2022, mentre si prevede un aumento degli aiuti nel 2023. Dunque, le ipotesi riguardo il reperimento delle risorse per la nuova riforma delle pensioni vedono la possibilità della scadenza di Quota 102, per cui i lavoratori saranno costretti ad andare in pensione a 64 anni. Resteranno quindi in campo solo le possibilità di usufruire di Opzione Donna e Ape Sociale.