Chi siamo

Redazione

Disclaimer

Privacy Policy

Rivolte per il Reddito di Base: il rischio di tensioni c’è

Foto dell'autore

Salvatore Dimaggio

Le tensioni sociali in Europa ma soprattutto in Italia stanno diventando sempre più forti.

Non dobbiamo mai dimenticare che in Italia una famiglia su dodici è in povertà assoluta.

Pixabay

Questo significa che una famiglia su dodici in Italia ha ben poco da perdere nel mettere in campo proteste anche molto violente nei confronti di un sistema che non si cura della sua condizione di estremo disagio.

Una tensione crescente: speriamo non sfoci in violenza

Lo Stato Sociale Italiano è stato sempre estremamente avaro di aiuti ma oggi gli italiani chiedono con forza il reddito di base e purtroppo restano inascoltati.

Pixabay

Il gesto clamoroso delle bollette di luce e gas bruciate in Piazza Napoli dai disoccupati è sicuramente un gesto forte ma dal grande potere simbolico. Infatti questo gesto significa che i tanti cittadini italiani abbandonati dalle istituzioni non ce la fanno più a vivere continuamente nell’ansia e vogliono che lo Stato torni ad occuparsi di loro. La tensione sociale sta crescendo in tutta Europa. Tuttavia è chiaro che paesi come quelli del nord Europa che hanno uno Stato Sociale fortissimo e che sostengono chi cada in povertà corrono meno rischi di forti tensioni sociali.

Troppi in ansia

Non a caso il Fondo Monetario Internazionale in un recente report ha detto che c’è il rischio di disordini sociali in Italia alla fine di questo 2022 ma più probabilmente nel 2023. in Italia sono veramente troppe le famiglie che non ce la fanno più ad andare avanti e con la terribile stangata delle bollette è previsto che addirittura 9 milioni di Italiani finiranno in povertà energetica. Quindi non deve stupire che in Italia ci sia tutta questa forte tensione sociale.

Pressanti richieste per il Reddito di Base

Ad essere richiesto con forza è proprio il reddito di base universale, perché il reddito di base universale garantirebbe un minimo a tutti per andare avanti a prescindere dall’isee e anche a prescindere dalla situazione lavorativa. Ovviamente la speranza di tutti è che proteste violente non ci siano nel nostro paese e che la tensione sociale riesca ad essere assorbita dalla politica con risposte concrete e serie. Adesso toccherà al nuovo governo gestire la grande emergenza della povertà in Italia. Una povertà che fino ad oggi è riuscita ad esprimere il proprio disagio sempre con serenità, per fortuna, ma che merita di essere ascoltata.

Gestione cookie