L’investimento in borsa potrebbe sembrare un investimento come tutti gli altri e invece si tratta di un investimento estremamente complesso che richiede notevoli competenze.
Investire in borsa significa sottoporsi alle fluttuazioni anche violentissime dei mercati finanziari e gestire queste turbolenze è estremamente difficile.
Gli studi rivelano che la maggior parte delle persone che investe in borsa in realtà perde, ma cerchiamo di capire quali sono le tre trappole psicologiche che rendono gli investimenti in borsa sostanzialmente perdenti per la maggior parte dei trader.
Trappole psicologiche
La prima trappola psicologica è quella che il passato si rifletta nel futuro.
La maggior parte dei Trader quando sceglie un ETF su cui investire ma anche quando sceglie un’azione su cui investire guarda al passato di quell’azione. Facciamo un esempio pratico: Quando guardiamo ad un’azienda come Apple che è sempre cresciuta in modo robusto, sentiamo dentro di noi una sorta di strana fiducia che ci porta a scommettere che Apple non potrà che crescere anche in futuro. Tutta una serie di ragionamenti consci ed inconsci con roborano questa condizione. Chi investe in borsa sostanzialmente cerca un alibi per poter giustificare una determinata scelta e il fatto che un’azione sia cresciuta tanto nel passato è un alibi perfetto.
Passato ed incertezza
In realtà il fatto che un’azione sia cresciuta tanto in passato non offre assolutamente nessuna garanzia sul fatto che lo farà anche in futuro. Anzi, molto spesso tante azioni sono cresciute tanto proprio perché i manager di quella azienda sono riusciti a gonfiare il valore delle azioni in borsa attraverso operazioni assolutamente lecite come il bayback. Quindi il fatto che un’azione sia cresciuta tanto non offre davvero nessuna garanzia. La seconda trappola psicologica è quella della turbolenza.
Turbolenza e studi
Quando un’azione comincia a fare su e giù e i suoi prezzi cominciano a scendere e ad essere estremamente volatili tutte le certezze del trader vanno in frantumi. Di conseguenza quello che la maggior parte dei trader fa in momenti del genere è vendere quando l’azione è bassissima e poi magari ricomprarla quando si trova di nuovo ad un punto di picco. Insomma le convinzioni sviluppate nei momenti di tranquillità vanno letteralmente via durante i momenti di turbolenza. La terza trappola è quella degli studi sulla borsa. Ci sono studi statistici sulla borsa che appaiono estremamente convincenti e che appaiono estremamente persuasivi quando suggeriscono di investire in una determinata maniera oppure di investire su un determinato prodotto. Ma ancora una volta sono solo dati del passato.