Jerome Powell, numero uno della Federal reserve, nel suo discorso a Jackson Hole ha chiarito con grande nitidezza il punto di vista della Banca Centrale Americana sull’inflazione.
In parole povere per agire sull’inflazione secondo la Federal reserve servono tempi lunghi e fermezza.
Questo significa che l’aumento dei tassi sarà forte e durerà a lungo e chiaramente un discorso del genere non poteva che mandare ko le borse. Dopo il discorso di Powell tutte le borse mondiali sono andate in rosso. Cerchiamo di capire che cosa questo vuol dire e soprattutto l’impatto sulla borsa e sull’economia reale.
L’inflazione è stata a lungo sottovalutata dalle banche centrali. Infatti per mesi le banche centrali hanno continuato a ripetere che il fenomeno dell’inflazione era un fenomeno di poco conto e che era anche transitorio.
Quindi per molto tempo le banche centrali hanno ritenuto o comunque sia hanno voluto comunicare che l’inflazione non fosse un vero problema e che sarebbe andato via da solo. Ma ormai con l’inflazione che in Italia è arrivata all’8%, e in alcuni stati è arrivata a livelli addirittura più alti è assolutamente chiarissimo che la lotta contro questo fenomeno deve essere estremamente dura. La Banca Centrale Americana ha dato proprio questo segnale nel discorso annuale di Jackson Hole.
Infatti la Banca Centrale americana ha comunicato per il tramite del suo numero uno che l’aumento dei tassi sarà qualcosa di forte e di duraturo. Chiaramente un aumento dei tassi strutturato in questo modo non può che spaventare le borse perché significa che le condizioni finanziarie e anche le condizioni economiche diventano molto più dure per le imprese per le famiglie e che di conseguenza il futuro non sarà certo roseo.
Molti analisti infatti ritengono che con il forte aumento dei tassi impresso dalle banche centrali ma soprattutto dalla Banca Centrale americana la borsa rischia un vero e proprio crollo. Anche perché per un lungo periodo i tassi saranno progressivamente sempre più elevati ma l’inflazione non crollerà di colpo. Quindi secondo molti il rischio concreto è proprio quello della stagflazione. In sostanza proprio il forte aumento dei tassi impresso dalla Banca Centrale Americana potrebbe portare ad una recessione e contemporaneamente anche a valori di inflazione comunque sia elevati. La banca Centrale americana ha chiarito il percorso che intende intraprendere ma chiaramente ai mercati questo non fa per nulla piacere.
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