La maxi bolletta ha fatto saltare in aria l’azienda che adesso deve ricorrere ai ripari. E ci sono dei rischi concreti.
Quando è stata recapitata l’ultima bolletta per l’energia elettrica, di 1,6 milioni di euro, con un incredibile aumento rispetto alle solite bollette da 350/400 mila euro, la decisione è scattata immediatamente: chiudere lo stabilimento.
E altrettanto immediatamente, intorno alle sorti della Tirso di Muggia (Trieste), dei 270 lavoratori e della sua proficua attività tessile, è scattato l’allarme. Un allarme economico e anche sociale, una nuova grana per l’area triestina, già afflitta dalla prossima chiusura dell’area produttiva della Wartsila sulla quale non sembra per ora ci siano spazi per un negoziato. La storia è raccontata da Leggo.it
La Tirso fa parte di Fil Man Made Group (con sedi in Cina, Portogallo, Turchia). In pochi giorni la notizia è rimbalzata e la Regione Fvg ha convocato un Tavolo per cercare una soluzione. L’iniziativa istituzionale ha aperto uno spiraglio nella vertenza con l’azienda che ha avviato un programma di ferie forzate che faranno slittare una eventuale decisione definitiva a settembre. Dalla settimana scorsa sono state estese le ferie collettive a tutti i dipendenti da 2 a 4 settimane. I vertici della Tirso vorrebbero evitare di chiudere lo stabilimento ma il problema del costo dell’energia – soprattutto per una azienda energivora come la Tirso – è «insostenibile», come ha detto l’a.d. di Fil Man Made Group, Andrea Parodi. In questo scenario, si schiude la possibilità della cassa integrazione a settembre.
A preoccupare in modo particolare la NIdiL Cgil sono i 60 lavoratrici e lavoratori assunti con contratto di somministrazione, a tempo determinato e indeterminato. Ma l’assessore al Lavoro della Regione, Alessia Rosolen, ha invitato l’azienda «a condividere il percorso legato all’utilizzo degli ammortizzatori e di non procedere con decisioni unilaterali». C’è anche un’altra ipotesi allo studio, come ha annunciato l’assessore alle Attività produttive del Fvg, Sergio Emidio Bini: «Insieme con altre Regioni stiamo chiedendo al governo di porre un tetto massimo al costo dell’energia, e di ragionare anche su dilazionamenti dei pagamenti delle bollette». La vertenza è dunque soltanto rimandata, a settembre è già stato fissato un incontro in Regione Fvg. Domani, invece, a Trieste, scendono di nuovo in piazza i lavoratori della Wartsila, la città è pronta a stringersi nuovamente intorno ai 450 circa che rischiano il posto di lavoro.
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