Ancora stop per gli sgravi promessi dal governo Draghi ai dipendenti pubblici con reddito basso. E per la decontribuzione del 2% si dovrà aspettare fino ad ottobre
Rallentano ad arrivare gli sgravi promessi in busta paga dal governo ai dipendenti pubblici. Al momento ancora nessuna traccia della decontribuzione dello 0,8% approvata dall’uscente esecutivo, eppure sono trascorsi ben otto mesi dal via libera.
Il bonus riguarda i redditi più bassi, fino a 35mila euro, e dalla retribuzione del mese di luglio è salito al 2%. I dipendenti pubblici dovranno attendere i cedolini di agosto per vedere per la prima volta applicato lo sgravio. Si tratta, in ogni caso, di poco denaro: circa 20 euro per coloro che guadagnano 35mila euro, e ancora meno per chi si trova al di sotto di quella soglia. La questione viene affrontata da ilgiornale.it
Ci sono poi gli arretrati maturati dallo scorso gennaio fino a luglio. In sostanza si parla di 150 euro, e solo per chi raggiunge i 35mila euro, per gli altri la cifra sarà minore. Non va dimenticato, infine, quel 2% della decrontribuzione stabilito tramite il decreto Aiuti-bis approvato ad agosto. L’attesa è lunga, e i sindacati cominciano a scalpitare. “Basta con i ritardi che comportano un danno per i lavoratori pubblici. Siamo sempre noi a fare da cassa, dai tempi biblici per avere il proprio tfr/tfs, ai contratti rinnovati dopo essere scaduti ed ora anche questo. Chiedo al governo un immediato intervento”, è quanto dichiarato a Il Messaggero da Massimo Battaglia, segretario generale di Unsa-Confsal. Dalla piattaforma NoiPa, sistema di elaborazione, liquidazione e consultazione degli stipendi del personale della Pubblica Amministrazione, fanno sapere che l’adeguamento al 2% dello sgravio contributivo si vedrà ad ottobre. Quindi, per adesso, nulla da fare. E con tutti questi mesi d’attesa, i dipendenti pubblici potranno beneficiare poco dell’aiuto, dato che il 31 dicembre si chiuderà il provvedimento.
Ma perché questo ritardo? Pare NoiPa abbia dovuto provvedere anche al pagamento degli aumenti e degli arretrati per i rinnovi contrattuali dei ministeri e delle agenzie fiscali. Poi c’è stato il pagamento dei 200 euro di luglio per contrastare l’aumento delle bollette, sempre per quei dipendenti con reddito fino a 35mila euro. Insomma, si sarebbe creato un ingorgo.
La decontribuzione del 2%, infine, non avrebbe potuto essere applicata sulle buste paga di agosto in quanto la norma è uscita sulla Gazzetta Ufficiale solo il 10 agosto. Comprensibile. Ma per lo 0,8% sono passati ben otto mesi.
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