Sarà necessario trovare risorse importanti per diminuire le tasse. Altrimenti da gennaio potrebbero esserci cattive sorprese nelle buste paga
Con l’approvazione del decreto aiuti bis, il governo ha deciso di alleggerire il peso del fisco sui cittadini, applicando uno sgravio contributivo del 2%. Tuttavia, per finanziare con successo la misura serviranno circa 4,5 miliardi. Se così non dovesse essere, da gennaio potrebbero esserci cattive sorprese per quanto riguarda le buste paga.
Trovare le risorse prima di applicare il tanto atteso cuneo fiscale, dunque, sarà imperativo per quello che sarà il prossimo governo. La missione, infatti, sarà quella di continuare sulla falsariga della legge di Bilancio 2022 e del decreto aiuti bis, manovre che hanno alleggerito il peso della tassazione sui cittadini.
Uno degli ultimi provvedimenti del governo Draghi, attualmente dimissionario ma comunque in carica per sbrigare gli affari correnti e i dossier attivi, è stato quello del famoso decreto aiuti bis. Con tale misura, infatti, l’esecutivo ha voluto trovare delle soluzioni per andare in contro ai cittadini in questo momento di grave crisi economica, caratterizzato da una pesante inflazione.
Per proseguire su questa strada, il prossimo governo dovrà necessariamente cercare nuove risorse economiche in modo da effettuare un ulteriore taglio al cuneo fiscale. Grazie ai precedenti provvedimenti (legge di Bilancio e decreto aiuti bis) la tassazione sulle buste paga si è alleggerita, grazie anche alla riduzione del 2% della quota dei contributi dei lavoratori dipendenti, con un reddito non superiore a 35mila euro.
I provvedimenti in atto, però, prevedono un finanziamento solo per l’anno in corso. Dunque, sarà il prossimo governo a doversi assumere le responsabilità di trovare nuove risorse per finanziare la riduzione delle tasse. Un aumento al 9,19% dovrebbe essere escluso, ma continua il rebus del finanziamento.
Nel caso di mancato successo, ci potrebbero essere cattive sorprese sulle buste paga già a partire da gennaio. Gli stipendi potrebbero essere più bassi rispetto a quelli del 2021, anche a causa dell’eliminazione del bonus Renzi per chi ha un reddito maggiore di 15mila euro.
Dunque, uno dei compiti principali del prossimo esecutivo (il parlamento verrà eletto il 25 settembre), sarà proprio quello di trovare le risorse. Servono, infatti, almeno 4,5 miliardi di euro ma, almeno per ora, non c’è un vero e proprio progetto proposto dalle forze politiche in campo.
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