Gli altissimi costi energetici italiani non sono soltanto una stangata per le famiglie, ma sono un grave danno per l’economia e per l’inflazione ed in autunno le cose potrebbero precipitare.
Vediamo che cosa sta succedendo. Tante aziende già oggi a causa degli altissimi costi dell’energia lavorano con margini ridottissimi.
Alcune aziende hanno ridotto alla produzione mentre altre altre continuano a lavorare ma con margini praticamente ridotti a zero.
Allarme disoccupazione
Queste aziende sperano che gli alti costi delle materie prime e gli altri costi energetici a un certo punto diminuiscano.
Infatti con l’aumento dei tassi deciso dalla Banca Centrale Europea l’inflazione teoricamente dovrebbe diminuire. Tuttavia se l’inflazione non diminuirà come promesso tante di queste aziende rischieranno concretamente di non farcela. Il fatto è che i costi energetici e i costi delle materie prime pesano tantissimo sulla vita di molte aziende italiane e di conseguenza se i rincari attuali non saranno in qualche modo arginati troppe aziende rischiano il fallimento.
Materie prime troppo costose
Questo significa che in autunno o all’inizio del 2023 ci potrebbe essere un nuovo picco di disoccupazione. Il problema della disoccupazione in Italia è molto grave perché innanzitutto i disoccupati sono tantissimi ma soprattutto i numeri dei lavoratori occupati sono assolutamente drogati dal precariato. In Italia tanti risultano occupati ma in realtà sono lavoratori precari oppure lavoratori poveri. Il dato vero che chiarisce il quadro del lavoro in Italia è che un lavoratore su quattro in Italia percepisce addirittura meno del reddito di cittadinanza.
Lo spettro della recessione
Quindi se i rincari delle materie prime e i rincari energetici dovessero effettivamente mettere in difficoltà le aziende, la stangata sul fronte occupazionale potrebbe essere veramente dura e pesante. Non dobbiamo dimenticare che all’orizzonte si profila la recessione e tanti economisti stanno sostenendo che ormai la recessione sia altamente probabile. Quindi i rischi e gli elementi di forte fragilità a carico dell’economia italiana sicuramente non mancano. Ma a farne le spese come al solito saranno i più poveri che in Italia non ricevono alcuna forma di reale tutela sociale.