Prima dell’addio a Palazzo Chigi, potrebbe esserci una mossa last minute di Draghi riguardo le pensioni. Ecco cosa potrebbe fare
A causa della crisi provocata dal Movimento 5 Stelle (e all’occasione colta dal Centrodestra) il governo guidato da Mario Draghi è dimissionario e si appresta a vivere il suo ultimo mese e mezzo di operatività. Tuttavia, l’esecutivo resterà operativo per sbrigare gli affari correnti, almeno fino al 25 settembre.
In questa finestra di tempo, dunque, potrebbero esserci parecchie sorprese per nulla irrilevanti sul piano economico e finanziario. Prima dell’addio a Palazzo Chigi, infatti, potrebbe esserci una mossa last minute di Draghi riguardo le pensioni. Ecco cosa potrebbe fare il premier.
Il tema delle pensioni ha tenuto banco per mesi dopo essersi affievolito e aver ceduto il passo alla crisi della guerra in Ucraina e alla conseguente inflazione. Nonostante gli incontri tra governo e sindacati, infatti, non è stata formulata alcuna ipotesi per evitare l’imminente ritorno alla riforma Fornero (prevista nel 2023 se non vi si trovano alternative).
Se l’attuale governo non può far nulla per una nuova riforma delle pensioni, non è detto che su questo ambito non possano esserci soprese da parte di Draghi. Secondo numerose indiscrezioni, infatti, potrebbe essere sempre più probabile un anticipo della rivalutazione delle pensioni.
Potrebbe infatti esserci un aumento negli assegni delle pensioni per via della galoppante inflazione che ha colpito il nostro Paese. La rivalutazione, dunque, potrebbe essere anticipata rispetto al secondo semestre 2022, proprio con lo scopo di adeguare gli importi all’inflazione in aumento.
Secondo il sistema in atto nel nostro Paese, infatti, gli importo delle pensioni possono cambiare grazie ad un meccanismo di rivalutazione, correlato all’andamento dell’inflazione. A causa di una stima del tasso di inflazione su base annua del 2002 oltre l’8%, infatti, si prevede un rilevante adeguamento degli importi.
Tuttavia, la mossa last minute di Draghi sulle pensioni potrebbe arrivare con la decisione di anticipare questa rivalutazione, senza dover necessariamente aspettare il nuovo anno. Una scelta che è stata valutata con positività da parte dei sindacati (i quali hanno partecipato alle riunioni con il governo) e che potrebbe essere messa preso nero su bianco, grazie all’approvazione del prossimo decreto aiuti.
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