Cambiano le carte in tavola per il bonus dei 200 euro. Il Governo ora prevede un’altra misura per andare incontro alle famiglie e ai lavoratori.
Cambia il bonus dei 200 euro arriva una “decontribuzione”: lo ha comunicato il Governo per il prossimo decreto aiuti in base a quanto riferiscono i segretari di Cisl Luigi Sbarra e Uil Pierpaolo Bombardieri alla fine dell’incontro a Palazzo Chigi.
“Ci hanno detto che si interviene sulla decontribuzione dei lavoratori dipendenti quindi si aumenta il netto in busta paga” ha riferito Bombardieri. L’intervento allo studio del governo prevede un taglio in busta paga dei contributi sociali da luglio a dicembre. Dunque un provvedimento strutturale almeno fino alla fine dell’anno che aumenti la busta paga per i mesi a venire.
Niente bonus dei 200 euro ma arriva una decontribuzione
Secondo quanto si apprende è in arrivo un nuovo taglio di 0,8 punti dei contributi sociali che si applicherebbe al secondo semestre dell’anno. Si starebbero ancora facendo i calcoli per definire la misura, che comunque si aggiungerebbe alla decontribuzione già in vigore fino alla fine dell’anno per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro, che è sempre dello 0,8%. Il taglio del cuneo salirebbe così in busta paga fino al 1,6%. Saranno inoltre previste risorse per recuperare chi è rimasto escluso dalla misura a luglio. “Consideriamo importante il fatto che il governo si sia impegnato a erogare il bonus di 200 euro di luglio anche ai lavoratori precari e stagionali che erano stati esclusi e questa è una nostra richiesta e un punto importante” ha spiegato il segretario della Cgil Maurizio Landini. Come spiegato dal segretario della Cgil il decreto dovrebbe essere sul tavolo del consiglio dei ministri già la prossima settimana. “Draghi mantiene l’impegno di destinare il tesoretto di 14 miliardi di extra gettito iva per le famiglie e imprese” spiega Landini.
Cosa prevede la riforma delle pensioni
Se il cantiere previdenziale intavolato ad inizio anno rischia di restare impantanato con la crisi di governo, l’esecutivo con i ridotti poteri rimasti dopo le dimissioni del premier ha spiegato ai sindacati che si starebbe valutando l’anticipo dell’indicizzazione per la rivalutazione delle pensioni. L’adeguamento che era previsto per gennaio 2023, potrebbe essere anticipato al secondo semestre del 2022. È una delle misure indicata dal governo ai sindacati su cui si sta lavorando come spiegato il leader della Cisl, Luigi Sbarra al termine dell’incontro con il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi: una misura che potrebbe dar fiato ai pensionati che si trovano il potere di acquisto delle pensioni eroso dall’inflazione.