Il piano d’emergenza dell’Ue sul gas è stato approvato in Consiglio Affari Energia: a dire no solo l’Ungheria. I ministri hanno quindi raggiunto un accordo che fino a pochi giorni fa sembrava difficile da accordare. Una delle principali news, rispetto alla proposta iniziale della Commissione, è che in caso di deroga il taglio ai consumi del gas può scendere dal -15% al -7%. La riduzione interessa nel caso in cui gli Stati dimostrino che l’interconnessione con altri Paesi sia inferiore al 50% e che la capacità sugli interconnettori verso altri Stati membri è stata utilizzata a un livello pari almeno al 90% fino al mese precedente. Gli Stati membri potranno chiedere una deroga nel caso in cui abbiano superato i loro obiettivi di riempimento degli stoccaggi di gas o se sono fortemente dipendenti dall’esportazioni di gas, ma anche in caso di netto aumento dei consumi. Nel testo c’è inoltre un riferimento al price cap, il tetto al prezzo del gas richiesto dall’Italia: la Commissione sta prendendo in considerazione anche questa ipotesi per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia e potrebbe approvarla in autunno.
Quanto scatta l’ora x per l’Italia
Stando a questo affermato dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, per l’Italia la riduzione dei consumi non sarà del 15%, ma del 7%, accedendo così alle deroghe previste dall’ultimo accordo trovato in sede Ue. “È la percentuale già prevista per il nostro piano”, sottolinea Cingolani. I razionamenti, dunque, in Italia non dovrebbero andare al di sopra delle previsioni del governo (dimissionario) guidato da Mario Draghi.