Novità in arrivo per il bonus 200 euro e vediamo cosa succede e cosa cambia adesso.
Il Bonus 200 euro sin dal sue esordio ha subito tante critiche, ma oggi arrivano correttivi che potranno far sorridere tanti italiani.
I Sindacati lo avevano subito messo in chiaro: 200 euro erogate una volta sola non servono a niente e il Governo ha risposto.
Può salire a mille euro
Vediamo che succede. L’inflazione ha superato l’8%: una cifra tremenda. Questo significa che per le famiglie italiane c’è stato un vero crollo del potere d’acquisto.
Le famiglie sono sempre più povere e a cosa sarebbero servite 200 euro erogate una volta sola? Ecco che allora ha cominciato a prendere corpo l’idea di estendere il bonus 200 euro in busta paga. Ma di quanto? C’è chi parla di due mesi e c’è chi parla di 5 mesi. L’ipotesi attualmente più confermata dai beninformati parlerebbe di 5 mesi di bonus per accompagnare il lavoratore sino al 2023. Vediamo perchè.
Accompagnati al taglio del cuneo fiscale
Portando il lavoratore al 2023 con 200 euro in più in busta paga ogni mese lo si accompagnerebbe automaticamente all’atteso taglio del cuneo fiscale dell’anno prossimo. In questo modo i duecento ero del bonus confluirebbero naturalmente nel taglio strutturale del cuneo fiscale. Per i lavoratori sarebbe un vantaggio importante. Dai sindacati questa ipotesi e molto spinta e caldeggiata e pare che anche nell’esecutivo si voglia andare in questa direzione. Ma il taglio del cuneo fiscale quanto porterebbe in busta paga?
Cosa succede da ora in poi in busta paga
L’ipotesi peggiore è quella di un bonus che dura due o tre mesi e poi tutto fermo fino al cuneo fiscale del prossimo anno. L’ipotesi migliore e più desiderata da sindacati e lavoratori è che si vada verso un prolungamento sino a fine anno che possa essere poi naturalmente congiunto col taglio del cuneo fiscale. Ma si troveranno davvero le coperture per il taglio? L’Europa come sempre chiede rigore, tanto che stanno tornando di moda i partiti euroscettici che vorrebbero che il governo avesse le mani libere di fronte alla grave emergenza sociale.