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Giacenza conto corrente: doppia amara stangata, non più remunerata ma tassata, indignazione

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Salvatore Dimaggio

Gli italiani decisamente non sono contenti delle loro banche. Troppe cose stanno cambiando sul conto che ora diventa troppo sconveniente e tassato.

Giacenza non più remunerata dalle banche ed ora addirittura tassata e giustamente gli italiani protestano.

ANSA/EMANUELE VALERI

Vediamo cosa cambia e come difendersi dalla doppia stangata.

Gli italiani furiosi con le banche

Giustamente gli italiani sono davvero indignati con le banche. Innanzitutto i costi dei conti sono aumentati in maniera davvero marcata.

Pixabay

Negli ultimi 12 mesi i conti correnti sono diventati molto più cari. Ben più dell’inflazione generale. Ma non basta. Tante spese che prima erano ricomprese nel canone ora sono anche da pagare a parte. Ma la cosa peggiore è sulla giacenza. La giacenza sono i cosiddetti soldi liberi che gli italiani hanno sul conto corrente. Praticamente tutti gli italiani ne hanno e per le banche sono veramente un tesoro. Ma ecco dove sta il grosso problema.

Il problema della giacenza

Questo ingente tesoro per le banche non viene remunerato in alcun modo al correntista. E questo è gravemente sbagliato. In passato quando l’inflazione era alta, il danaro libero era remunerato dalla banca. Poi l’inflazione per anni è scesa a zero e così le banche hanno smesso di remunerarlo. Ma oggi l’inflazione è all’8% dunque perchè le banche non offrono niente per il danaro in giacenza? Gli utenti sono giustamente furiosi per questo anche perchè non tutti desiderano usare strumenti come buoni fruttiferi o buoni del tesoro.

Arriva anche la tassa

Ma il problema è che sui soldi in giacenza c’è anche la tassa. Questa tassa si chiama imposta di bollo e si paga su tutti i conti correnti che superino i 5000 euro di giacenza. Oltre al danno la beffa. Non solo la giacenza non viene remunarata, ma viene addirittura tassata. L’imposta di bollo costa poco meno di 40 euro per i privati e cento euro per le aziende. Il modo di evitarla ci sarebbe. Infatti investendo la parte che eccede i 5000 euro l’imposta non sarebbe più dovuta. Ma ovviamente bisogna stare attenti perchè ogni investimento comporta un rischio. Specie in questi periodi turbolenti. Dunque decisamente oggi i correntisti sono scontenti delle banche e anche rivolgendosi alle banche online il discorso non cambia.

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