L’inflazione e la crisi energetica sono veramente pesantissime.
Le famiglie hanno forte difficoltà ad andare avanti a causa del rincaro del costo della vita. Ma adesso arriva una tassa del 25 per cento che sta facendo molto discutere.
Le famiglie e le imprese italiane sono gravate da costi energetici davvero fuori misura e sono tante quelle che non ce la fanno più.
La nuova tassa del 25%: ecco come funziona
Mentre il salario minimo e le altre misure sociali tardano a diventare realtà, i costi per le famiglie aumentano e anche le imprese rischiano di finire male.
Il governo tramite i bonus ha cercato di alleggerire la situazione delle famiglie italiane con gli ISEE più bassi ma in realtà complessivamente ben poco è stato fatto di fronte ad aumenti così tremendi. Ecco perché oggi il governo impone una nuova tassa del 25 per cento, da far pagare alle aziende del settore energetico. Si tratta di un contributo straordinario e forte previsto nel decreto Ucraina.
Quale effetto concreto può avere sui cittadini
Quindi tutte le aziende che producono energia elettrica o gas ma anche quelle che estraggono gas sono tenuti a pagare. Sono tenuti a pagare la nuova tassa del 25%, anche i rivenditori e quelli che fanno distribuzione e commercio di prodotti petroliferi. Il contributo straordinario vale il 25% dell’incremento. Ma si applica solo se l’incremento è stato superiore ai 5 milioni di euro e al 10%. Con questo strumento il governo ritiene di poter ottenere danaro fresco da investire in aiuti sociali magari finalizzati proprio ad abbassare le bollette. Ma il problema sollevato da molti è che l’Italia si avvia ad entrare in recessione. A quel punto al Governo saranno richieste grandi misure di contrasto alla povertà dai cittadini sempre più disperati, mentre le autorità internazionali premeranno per il rispetto del bilancio.
I rischi per i cittadini
Il Governo giustamente tassa chi si sta arricchendo dalla grave situazione energetica, ma in prospettiva ben presto potrebbe essere chiamato ad interventi redistributivi molto più pesanti e solo le prossime elezioni diranno se ci saranno le condizioni politiche per metterli in campo.