Una situazione effettivamente durissima quella sulle borse di tutto il mondo.
Per la borsa degli Stati Uniti si è chiuso il semestre più in perdita degli ultimi 50 anni.
Sui mercati la tensione e la paura sono fortissime ed è importante capire cosa sta succedendo e che cosa si rischia concretamente.
I primi sei mesi di quest’anno sono stati un fiasco quasi senza precedenti per la borsa di Wall Street ed ovviamente si cercano di individuare le cause ma soprattutto le conseguenze di un disastro di queste proporzioni.
Sicuramente la guerra in Ucraina ha pesato tanto. Più che la guerra in se stessa a pesare sulle borse sono state le prospettive sulla durata della guerra. I primi giorni dell’esplosione di questo conflitto molti sostenevano che con le dure sanzioni economiche Putin avrebbe ben presto ritirato le sue truppe.
Ma ormai dopo mesi è chiaro che Putin non ha nessunissima intenzione di cedere anche perché Cina ed India riforniscono la Russia di una montagna di danaro fresco comprando a sconto petrolio e gas naturale. A pesare tantissimo ovviamente è anche l’inflazione e il fatto che ormai la recessione mondiale sia data praticamente per scontata. Infatti il mondo molto probabilmente sta per entrare in recessione e le prospettive economiche tanto per le aziende che per le famiglie sono veramente tragiche. Ma come è ormai chiaro la cosa che spaventa maggiormente i mercati sono proprio le decisioni delle banche centrali.
Le banche centrali negli ultimi anni hanno gonfiato una tremenda bolla sui mercati tenendo i tassi sempre troppo bassi. La borsa è cresciuta tantissimo a causa di queste condizioni di politica economica espansiva ma adesso è arrivato il momento di aumentare i tassi perché l’inflazione è veramente troppo alta. L’aumento dei tassi da parte delle banche centrali fa una paura tremenda al mercato perché potrebbe essere lo spillo in grado di far scoppiare una bolla divenuta ormai ingestibile. Questi ultimi sei mesi neri della borsa dimostrano come la paura nei confronti della Federal Reserve sia forte. C’è ancora la speranza che la Banca Centrale Americana alla fine non interverrà sui tassi con la durezza annunciata. Ma se dovesse farlo il crollo sarebbe difficilmente evitabile.
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