Guai in vista per il rifornimento del gas: qualcosa sta cambiando e gli esperti iniziano ad essere spaventati. Ecco cosa accade.
Dopo il taglio delle forniture di gas dalla Russia verso l’Europa, il governo potrebbe decidere di alzare il livello di allarme. Sul tavolo anche l’idea di razionare le energie per il prossimo autunno.
Dopo pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina, l’esecutivo guidato da Mario Draghi aveva annunciato lo stato di pre-allarme, mentre adesso potrebbe decidere di alzare il livello di crisi del sistema di gas nazionale. Un’ulteriore misura precauzionale in risposta a quanto sta succedendo. Un mezzo che solitamente inizia ora per finire in estate. Questo non si sta verificando, con l’annessa preoccupazione per le conseguenze che può determinare in autunno, quando il gas servirà per riscaldare le case degli italiani. Tant’è che a ricorrere ai ripari in qualche modo è stato anche il governo, che ha messo nero su bianco le norme per una limitazione all’utilizzo di termosifoni e condizionatori nelle strutture della pubblica amministrazione.
Crisi energetica, la soluzione ideata dall’esecutivo
In un vertice straordinario tra Paesi europei, c’è stata una proposta di un tetto ai prezzi del gas avanzata da Mario Draghi: una proposta da discute e a luglio e non ha trovato l’appoggio pieno dei 27 Stati membri. Dopo l’intervento di Draghi, la Commissione europea dovrà arrivare al prossimo summit, quello di ottobre (lo stesso mese in cui si capirà a che punto sono le riserve di gas dell’Ue) con uno studio di impatto sul price cap, che sarà basato sull’esperienza in corso in Spagna e Portogallo, unici due Paesi membri a cui Bruxelles ha dato il via libera all’adozione di un tetto ai prezzi, Nei mesi scorsi invece scorsi il premier Mario Draghi ha posto la domanda se fosse preferibile la pace o il condizionatore acceso. La questione, al di là dell’ilarità prodotta sui social, ha voluto porre l’accento sulla stretta connessione che esiste tra il gas russo e l’autonomia italiana. E se fino ad ottobre pare che l’Italia sia coperta, i rischi e i pericoli dovrebbero e potrebbero giungere dall’autunno in poi, quando iniziano ad abbassarsi le temperature. Ecco che così si spiega la ragione per cui l’esecutivo guidato da Draghi ha preso la decisione di ridurre il consumo negli uffici pubblici. Fino ad oggi la temperatura doveva essere la seguente: 20 gradi e 26 gradi.
Appuntamento in autunno
Ma per l’Ue non c’è fretta di agire sui prezzi. Per il momento, i capi di stato dei 27 hanno pensato di rafforzare le misure nazionali per prepararsi ad un aggravarsi della situazione: un taglio netto delle forniture russe, che significa riempire le riserve di gas almeno all’80% entro fine ottobre, acquisire più gas naturale liquefatto possibile, rilanciare la produzione di elettricità da carbone e, laddove possibile, dal nucleare.