Dopo i razionamenti di gas da parte della Russia, ora il Governo teme di essere messo spalle al muro da Putin. Ecco come reagiremo
La Russia ha iniziato una vera e propria guerra nei confronti dell’Ue, ma le armi utilizzate per ora sono le risorse energetiche e le sanzioni. Dopo il sesto pacchetto di sanzioni emanato dall’Unione Europea nei confronti della Russia, infatti, il Cremlino ha iniziato a tagliare i rifornimenti al nostro Paese.
Dopo i repentini tagli del gas, il governo teme di essere messo alle spalle al muro da Putin. Tuttavia, è impossibile non reagire e l’esecutivo guidato da Mario Draghi potrebbe presto correre ai ripari. Il Ministero della transizione ecologica, infatti, sta già prendendo le prime decisioni: ecco cosa succederà.
La riduzione delle forniture di gas da parte della Russia nei confronti di molti Paesi europei (tra cui l’Italia) sta mettendo in allarme i decisori politici, che ad oggi si trovano in grande difficoltà. Se in un primo momento il nostro Governo è sembrato essere con le spalle al muro, adesso è deciso a prendere dei provvedimenti tutt’altro che semplici.
L’obiettivo, infatti, è quello di arrivare all’80% degli stoccaggi entro ottobre, prima che inizi l’inverno, dunque, senza escludere possibili restrizioni al suo utilizzo. Un ulteriore passo, secondo Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni, sarà quello di operare sulle società del settore energetico, introducendo obblighi e garanzie di forniture, con lo scopo di raggiungere l’approvvigionamento necessario.
Ad oggi il nostro Paese ha messo da parte circa 10,5 miliardi di metri cubi di gas; i quali, però, potranno coprire circa la metà della prossima stagione invernale. Ragion per cui, il governo sta pensando di recuperare la maggior quantità di gas possibile da altri Paesi disponibili a vendercelo. Tra questi ci sono Algeria, con cui è stato già stretto un accordo, ma anche l’Egitto e la Libia.
Intanto, l’Italia potrebbe guardare al modello Germania, che attualmente sta riuscendo a versare nei propri stoccaggi quantità di gas triple rispetto al nostro Paese. La formula potrebbe essere quella di imporre un acquirente unico che garantisca contro il rischio di perdita da parte degli operatori, forzando quindi il riempimento delle riserve di gas.
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