Ray Dalio è una vera istituzione di Wall Street perché è uno dei più grandi guru finanziari di sempre.
Ha fondato un autentico colosso ma oggi le sue previsioni sull’economia sono veramente cupe.
Ray Dalio è stato intervistato da Repubblica in occasione dell’uscita del suo nuovo libro. Cerchiamo di capire il suo pensiero.
Tre forze storiche distruttive
Secondo lui sono all’opera contemporaneamente tre grandi forze che sono esistite varie volte durante in passato e che però non si presentavano da tanto tempo.
Tre forze grandi e distruttive delle quali avevamo quasi perso una memoria diretta. L’ultima volta che queste tre grandi forze storiche si sono ripresentate tutte e tre insieme è stato tra il 1930 e il 1945 vale a dire nel periodo critico che ha portato alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Vediamo di capire quali sono queste tre forze storiche. La prima è una produzione di debito abnorme. La seconda e la creazione di denaro dal nulla per monetizzare quel debito. L’ultima di queste forze sono i populismi contrapposti di destra e di sinistra acuiti dal divario ricchi-poveri sempre più esasperato.
Guerre civili e globali
Secondo Dalio tutto questo porterà sia guerre civili che ad una guerra globale. Secondo Ray Dalio, fondatore di Bridgewater il più grande Hedge Fund del mondo, queste forze combinate hanno un grandissimo potere distruttivo. Tutto il denaro facile creato dalle banche centrali in questi anni sarà pagato caro perché destabilizza l’economia ad un livello molto profondo. Dalio sottolinea con forza anche il divario troppo forte tra ricchi e poveri Che non viene affrontato dalla politica e genera soltanto populismo ma non vere soluzioni. Dalio non è l’unico a puntare il dito contro il denaro facile delle banche centrali e purtroppo la sua prospettiva catastrofista è condivisa da economisti ed intellettuali di varia estrazione.
Divario ricchi-poveri estremo
L’estremo divario tra ricchi e poveri ed il sistematico ignorare il dramma della povertà è visto da molti economisti come uno dei grandi rischi del mondo di oggi. Un mondo nel quale il lavoro rischia di essere sempre meno e nel quale gli strumenti di contrasto della povertà sono indispensabili per evitare instabilità profonda.