Preoccupa la situazione in Ucraina e le conseguenze che possono colpire il resto. Mario Draghi lancia l’allarme
Durante la riunione ministeriale dell’Ocse, il primo ministro italiano, Mario Draghi, ha parlato di quella che è l’attuale situazione socioeconomica globale, con particolare riferimento al conflitto nell’est Europa. L’invasione russa in Ucraina ha infatti avuto dei risvolti negativi per l’economia di moltissimi Paesi, motivo di allarme soprattutto per l’occidente.
Secondo il premier, stiamo assistendo ad un “forte aumento delle aspettative di inflazione” nel nostro Paese. Ma va sempre peggio anche nei Paesi fortemente dipendenti da grano ucraino, per i quali si prospetta “una catastrofe umanitaria” che potrebbe provocare milioni di morti. Ecco di cosa parla il Primo ministro.
Draghi “c’è il rischio di una catastrofe umanitaria”
Il conflitto in Ucraina, com’è ormai chiaro a moltissime persone, non è affatto un problema che riguarda solo due Stati. Ciò che sta scaturendo da questa invasione russa, infatti, avrà delle conseguenze a medio e lungo termine per l’intera Europa e per gran parte del mondo, soprattutto per i Paesi più fragili.
Durante la riunione ministeriale dell’Ocse, infatti, Mario Draghi ha lanciato l’allarme parlando del problema del grano ucraino: “L’interruzione delle filiere alimentari – ha affermato il Primo ministro – in particolare del grano, ha fatto salire i prezzi e rischia di provocare una catastrofe umanitaria”.
Il Presidente del Consiglio ha auspicato quindi una reazione forte da parte dei Paesi europei, sollecitando ulteriori “sforzi per prevenire una crisi alimentare” richiedendo lo sblocco dei porti ucraini, attualmente sotto assedio da parte delle navi russe. In questo momento, infatti, sono fermi nel porto di Odessa “milioni di tonnellate di cereali”.
Inoltre, il Primo ministro è intervenuto anche sul caro prezzi che sta colpendo l’Italia, annunciando di voler ridurre il prezzo dell’energia offrendo “un sostegno alle famiglie e alle aziende, concentrandoci sui più bisognosi”. Ha poi proseguito auspicando un “tetto la prezzo del gas russo” il quale potrebbe “portare alla riduzione della crescita dell’inflazione, oltre a ridurre i flussi finanziaria diretti a Mosca”.
Il premier ha concluso il suo intervento parlando di lavoro: “La disoccupazione è appena sotto il 7% nell’area euro – ha chiarito – mentre i consumi rimangono al di sotto dei livelli pre-pandemia. Sono tutti segni che c’è ancora capacità inutilizzata nell’economia”.