Il Reddito di Cittadinanza torna ad essere al centro del dibattito pubblico: questa volta sembra configurarsi una via d’uscita per le polemiche.
Una parte della maggioranza non smette di attaccare il Reddito di cittadinanza, ritenuto la principale causa della mancanza di lavoratori in alcuni comparti, specie nel turismo.
Non si trovano dunque gli stagionali che avrebbero il compito essere distribuiti in alberghi e ristoranti nei mesi caldi. Secondo i calcoli mancherebbero 300mila lavoratori. Ad occuparsene se ne è occupato il ministro leghista Massimo Garavaglia.
Reddito di Cittadinanza e polemiche: arriva una soluzione
La sua soluzione al problema è lasciare parte del Reddito di cittadinanza a chi accetta un lavoro stagionale. La proposta sarebbe già allo studio dei ministeri del Turismo, del Lavoro e dell’Economia, per contrastare appunto la carenza di manodopera nel settore dell’accoglienza. “Quando piove apro l’ombrello. La carenza di manodopera stagionale è talmente accentuata che, pur di averla, sono pronto a valutare ogni ipotesi”, ha detto in una intervista.
In cosa consiste la nuova proposta sul Reddito di Cittadinanza
La proposta di Garavaglia sembra andare comunque in parziale controtendenza rispetto a quella avanzata da Forza Italia, che per bocca della senatrice Licia Ronzulli, chiede invece di sospendere del tutto il Reddito di cittadinanza per la stagione estiva. Anche l’applicazione della direttiva Bolkestein, che ha trovato ampio spazio nell’ultimo provvedimento sulla concorrenza, preoccupa per la rigidità che ha prevalso nel testo finale. Per favorire la concorrenza e far contenta l’Europa si rischierebbe di mettere in ginocchio un settore importante come quello dei balneari: “Questo è un luogo comune. Non ce lo chiede l’Europa, ce lo chiede il Consiglio di Stato. Se non fossimo intervenuti con l’emendamento condiviso con il Parlamento, ci saremmo trovati questa estate in una situazione in cui qualche giudice poteva pignorare o sequestrare questo o quello stabilimento. La sentenza del Consiglio di Stato impone l’evidenza pubblica per le concessioni balneari a partire dal 31 dicembre 2023”.