I prezzi della benzina tornano ad aumentare oltre i 2euro al litro. Ecco perché tra 20 giorni la situazione potrebbe essere ancor peggiore
Dopo circa un mese di apparante tregua, i prezzi del carburante sono tornati ad aumentare vertiginosamente. Diesel e benzina, infatti, registrano un prezzo alla pompa di circa 2€ al litro. Una situazione che non si vedeva da aprile scorso.
Nonostante il taglio delle accise deciso dal governo, infatti, il prezzo dei carburanti ha raggiunto livelli mai visti, provocando un vertiginoso aumento dei prezzi per lavoratori, distributori e consumatori. Ma e le brutte notizie non sono finite qui: ecco perché tra 20 giorni la situazione potrebbe essere ancor peggiore.
Non c’è pace per chi utilizza i mezzi di trasporto personali. Da alcuni giorni, i prezzi di benzina e diesel sono tornati ai livelli di qualche mese fa, quando il governo aveva deciso di tagliare le accise per imporre una riduzione dei prezzi. La crisi in Ucraina, infatti, sta provocando un repentino e costante aumento del costo del carburante, che potrebbe continuare a lungo.
Il taglio delle accise deciso dal governo ammonta a circa 30centesimi al litro. Tuttavia, a luglio è prevista la scadenza degli sconti (dopo una prima proroga) e la situazione tra 20 giorni potrebbe essere più che disastrosa. A maggior ragione sapendo che, nonostante il taglio, il prezzo dei carburanti è tornato ai livelli pre-eliminazione delle accise.
L’8 giugno, infatti, la benzina self ha raggiunto quota 2.009 euro al litro, mentre il diesel (sempre al self) è a 1,924 euro al litro. Prezzi che ovviamente aumentano considerevolmente al servito, dove la quota è arrivata a 2,134 euro al litro.
A luglio, se non ci saranno ulteriori proroghe (ad oggi questa opzione non è contemplata), i prezzi subiranno una crescita di ulteriori 30centesimi. Le stazioni di carburante, infatti, potranno iniziare a distribuire diesel e benzina a prezzi che si aggireranno intorno a 2,5€ al litro. Una situazione più che insostenibile.
Dunque, si attende quelle che saranno le scelte del governo per affrontare l’ennesima crisi del carburante, dovuta soprattutto al conflitto in Ucraina scoppiato a causa dell’invasione russa.
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