L’Italia è un paese di ingiustizie sociali gravi ed atroci.
Accanto a famiglie che si chiedono dove comprare la terza villa per le vacanze ci sono milioni di famiglie in coda alla Caritas.
La politica finalmente dà qualche segno di svegliarsi e così si parla di salario minimo e Reddito di Base e può essere una vera rivoluzione.
In Italia i lavoratori lavorano per un tozzo di pane e sono soprattutto i giovani a lavorare per cifre ridicole.
Eternamente precari e pagati una miseria grazie a lavoro nero e stage che non finiscono mai, i giovani italiani si spaccano la schiena per ricevere letteralmente un’elemosina. Gli “imprenditori” che si arricchiscono su questa semi-schiavitù possono farlo legalmente perchè l’Italia è uno dei pochissimi paesi d’Europa dove non esiste il salario minimo. Un’anomalia scandalosa che ora i 5 Stelle e (forse) anche il PD promettono di cancellare. Ovviamente le forze politiche vicine alle controparti padronali fanno muro, ma la fame e la disperazione sono troppo alte per sfidare troppo la piazza.
Ma nel paese del lavoro nero il salario minimo cambierà le cose? Solo in parte. Sicuramente sarà un salto di qualità positivo per tutti. Dando più soldi nelle tasche dei lavoratori potrà rivitalizzare i consumi al palo. Ma sappiamo bene che in Italia la piaga del lavoro nero è diffusissima e di conseguenza ci vuol poco all’ “imprenditore” di turno a fare il fantastico discorso: “tu lavora 10 ore e diciamo che lavori solo 5 e così siamo a posto con la legge”. In Un paese normale il lavoratore direbbe di no a questa truffa ai suoi danni, ma in un paese da terzo mondo come l’Italia (1 famiglia su 12 in Italia è in povertà assoluta!) il lavoratore/schiavo dirà di si. Ecco perchè la politica italiana (poco) ed europea (molto) lavorano al reddito di base.
Il reddito di base è un reddito universale garantito a tutti e secondo noti economisti internazionali che studiano i Basic Income Studies è l’unica via per uscire dalla trappola della povertà. E’ profondamente diverso dal Reddito di Cittadinanza perchè erogato a tutti indistintamente e non si può perdere per cavilli legati all’ISEE o cose del genere. Tanti in Europa stanno lavorando per far diventare realtà sia il salario minimo che il reddito di base e la speranza è che ci riescano prima della grande recessione in arrivo.
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