La contribuzione è un mondo ricco di sorprese, a volte spiacevoli. Un caso è rappresentato da chi lavora con contratti part-time. C’è qualcosa che non si può non sapere.
Il mondo della contribuzione è sempre in evoluzione e non fornisce quasi mai regole certe.
Ad esempio, un aspetto interessante è rappresentato da coloro i quali hanno un contratto part-time. Spesso ritengono che la loro attività è retribuita come se fosse una normale attività, ma spesso non vale questo ragionamento e ci si ritrova con grandi sorprese. Questo perché bisogna uscire dall’idea che la somma dell’assegno della pensione corrisponda agli anni di lavoro che la persona ha fatto. Quello che diventa invece determinante sono i contributi previdenziali. Perché se è vero che per il lavoro full time una settimana di lavoro corrisponde ad una settimana contributiva, non vale la stessa regola per i contratti part-time.
Pensione e lavoro part-time, c’è qualche problema
Il rischio infatti è che ai fini della pensione una settimana di lavoro part-time non fornisce il diritto al riconoscimento di una settimana contributivi: questo si traduce con la conseguenza che si avranno meno versamenti rispetto a quelli immaginati e calcolati. E’ facile capire come questo ha delle conseguenze dirette sulla pensione, sia in termini quantitativi che in termini di quando verrà erogata. Un esempio. Se un uomo o una donna hanno lavorato per 20 anni con un contratto part-time e hanno raggiunto 67 anni di età, la sua quota contributiva non corrisponde affatto alla contribuzione che si sarebbe ottenuta avendo un contratto full time. Dunque, il percorso per staccare il ticket della pensione si complica notevolmente.
Cosa fare se manca qualcosa nella contribuzione
Ecco che allora il lavoratore può dar vita al cosiddetto ravvedimento operoso, una pratica che consente di pagare ciò che manca. Tramite questa operazione il lavoratore paga la parte mancante dei contributi: è uno dei modi più rapidi e senza controindicazioni per sanare e regolarizzare la vicenda. Naturalmente questo sistema fa sì che si evitano procedure sanzionatorie o di attivazione dell’istituto di previdenza. O dell’Agenzia dell’Entrate con le sue tanto temute cartelle esattoriali che provocano pensieri e soldi da cacciare, in alcuni casi anche molto salate.