Anche la Federal Reserve è troppo timorosa è l’inflazione può davvero sbranarci.
Sono passati ormai mesi da quando l’inflazione ha cominciato ad aumentare. Dopo decenni nei quali l’inflazione era bassissima, qualche mese fa questo pericoloso parametro dell’economia ha cominciato a tormentare i sonni della gente.
Le banche centrali hanno perso veramente troppo tempo. Infatti per mesi la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea hanno sostenuto un vero e proprio mantra.
A loro giudizio l’inflazione era un fenomeno assolutamente transitorio che sarebbe andato via in poco tempo e da solo.
Gli economisti che chiedevano alle banche centrali di aumentare i tassi per evitare una vera e propria bomba inflazionistica venivano sistematicamente ignorati. Dunque le banche centrali per mesi non hanno fatto assolutamente niente per arginare l’inflazione. La BCE sostanzialmente continua a non fare nulla e le sue vaghe promesse di un rialzo dei tassi in realtà hanno ben poco senso con un’inflazione che ormai rasenta il 10%. Nel comune sentire si ritiene che la Federal Reserve sia più dinamica nell’aumento dei tassi. Ma vanno fatte alcune precisazioni.
Innanzitutto l’aumento dei tassi messo in campo dalla Federal Reserve comunque sia è quasi simbolico rispetto all’altissima inflazione che si sta registrando negli Stati Uniti, ma poi c’è anche un altro aspetto che risulta veramente fondamentale. Autorevoli esponenti della Federal Reserve hanno addirittura comunicato che nel 2023 già sono previsti dei nuovi tagli dei tassi. Dunque la Federal Reserve abbaia tanto ma non morde mai perché un piccolo aumento dei tassi quest’anno sarà seguito da una nuova limatura l’anno prossimo. Dunque sostanzialmente l’inflazione è libera di continuare a devastare l’economia e a mettere in ginocchio famiglie ed imprese. Ma effettivamente la strada da scegliere per la Federal Reserve non è facile.
Infatti un aumento dei tassi troppo aggressivo rischierebbe di far crollare le borse e di mandare il pianeta in recessione. Tra l’altro un altro rischio forte sarebbe anche quello sul mercato immobiliare. Infatti se l’aumento dei tassi fosse troppo dinamico si rischierebbe un crac immobiliare come quello del 2008. Nel caso del 2008 gli effetti furono devastanti a causa di tutta la spazzatura subprime che aveva saturato il sistema, ma ad ogni modo la Fed non ama una prospettiva del genere. Dunque se è comprensibile che le banche centrali siano timorose sull’aumento dei tassi è innegabile che così l’inflazione sarà un mostro sempre più spaventoso.
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