Viviamo ormai in uno scenario da anni ’70 con inflazione chiaramente fuori controllo, i prezzi della benzina che aumentano continuamente e tutto il resto.
Tuttavia nello scenario attuale ci sono incognite forse anche più forti e più ambigue.
La guerra in Ucraina minaccia di rendere l’inflazione sempre più tremenda ma sono soprattutto le banche centrali ad avere le armi spuntate.
Le banche centrali non vogliono agire contro l’inflazione
Le banche centrali teoricamente avrebbero il potere di arginare l’inflazione ma notoriamente non vogliono fare nulla.
La Banca Centrale Europea ha chiarito ormai da lungo tempo che non farà niente contro l’inflazione e che per quanto la riguarda, può continuare a crescere all’infinito. La Federal Reserve ha un atteggiamento nei confronti del mostro inflazionistico solo apparentemente diverso. La Federal Reserve è apparsa un po’ più dinamica nella politica di aumento dei tassi. Ma qualche giorno fa un autorevole esponente del board la Federal Reserve ha annunciato che probabilmente già nel 2023 si assisterà ad un nuovo abbassamento dei tassi. Dunque in parole povere le varie banche centrali hanno deciso di non agire contro l’inflazione.
Una povertà che mina la fiducia nelle istituzioni
Da un lato hanno troppa paura della recessione e dall’altro hanno anche troppa paura che la paurosa bolla che molti vedono sui mercati finanziari possa esplodere. Tuttavia l’inflazione così alta rende la vita impossibile alle famiglie e alle imprese ed il gradimento dei governi cola picco. La simpatia che gli americani avevano inizialmente ha tributato a Biden ormai è evaporata. Ma anche per quanto riguarda i governi europei le cose non vanno meglio. Destra e sinistra non hanno ricette sostanzialmente diverse per contrastare l’inflazione. Ce le avevano un tempo ma oggi ormai non esiste più una reale differenza tra le due forze politiche e di conseguenza l’alta inflazione porta soltanto ad una marcata sfiducia nei confronti del governo al potere al momento ed in generale nei confronti delle istituzioni.
I timori degli italiani: IMU e mancanza di stato sociale
In particolare gli italiani temono molto l’aumento della tassazione sugli immobili. Ormai è chiaro che la riforma del catasto sarà una dura stangata sull’IMU e questo spaventa molto italiani che sono in larga maggioranza proprietari di immobili. Ma quello che spaventa molto gli italiani è anche la totale mancanza di misure di contrasto della povertà. Infatti la povertà in Italia sta aumentando in modo drammatico e chi vi finisce non ha strumenti vi aiuto contro questa emergenza. Il reddito di cittadinanza infatti aiuta un numero veramente troppo risicato di italiani ed elargisce cifre molto basse, di conseguenza non costituisce un salvagente reale nei confronti di queste emergenze.