La crisi dei subprime del 2008 è stata un evento devastante capace di mandare al tappeto le borse e di far subire un duro colpo al sistema bancario mondiale.
Sembra un evento lontanissimo nel tempo eppure ci sono i presupposti perché qualcosa del genere accada di nuovo.
Come sappiamo l’inflazione è altissima. Le banche centrali per mesi hanno cercato di minimizzare il fenomeno.
Un nuovo crollo dell’immobiliare
I numeri uno della banca centrale degli Stati Uniti e dell’Unione Europea hanno passato mesi a sostenere che l’inflazione fosse un fenomeno transitorio e poco importante.
Nel frattempo però è emersa la realtà: l’inflazione è fortissima e rischia di travolgere l’economia globale. A questo punto le banche centrali hanno le mani legate: devono assolutamente arginare l’inflazione e l’unico modo che hanno per farlo è quello di aumentare i tassi. Aumentando i tassi l’inflazione sicuramente si ridurrà ma c’è un effetto collaterale assai pericoloso. Anzi gli effetti collaterali sono molteplici. Innanzitutto aumentando i tassi l’economia potrebbe entrare più velocemente in recensione. In secondo luogo l’aumento dei tassi potrebbe teoricamente anche scatenare un vero e proprio crollo delle borse.
La FED deve essere molto cauta
In un certo senso questo lo stiamo già vedendo perché è stato probabilmente l’annuncio del rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve a creare quella marcata debolezza in borsa che si è riscontrata negli ultimi mesi. Ma un aumento dei tassi significa anche mettere in crisi il settore immobiliare americano. Se i tassi aumentano tutto l’immenso mercato dei mutui americano può incepparsi e la situazione potrebbe essere non troppo diversa da quella del 2008. In realtà all’epoca a rendere tutto assolutamente esplosivo c’era la grande quantità di spazzatura finanziaria messa in campo per sostenere un mercato immobiliare che era chiaramente in bolla.
I timori di oggi
Oggi forse tutta quella spazzatura circolante non c’è eppure il rischio di un crack immobiliare americano è assolutamente presente. Probabilmente è proprio per questo che la Federal Reserve si sta mostrando particolarmente prudente. Se ha annunciato chiaramente che il rialzo dei tassi è la nuova politica della banca centrale, si è anche affrettata a dire che probabilmente nel 2023 sarà già necessario un nuovo taglio. Insomma i timori chiaramente ci sono. Ma se la FED per non scatenare questa crisi immobiliare si dimostrerà troppo pavida sui tassi l’inflazione potrebbe andare fuori controllo.