Meglio morire di inflazione o recessione? Il dubbio amletico delle banche centrali.
L’inflazione è diventata veramente troppo alta e le banche centrali ormai sono costrette ad intervenire.
È davvero tanto tempo ormai che vari economisti sottolineano come le banche centrali siano state troppo timide nell’affrontare il problema dell’inflazione.
La timidezza della BCE
Per mesi le banche centrali hanno detto che l’inflazione era un problema piccolo e transitorio e che non avrebbe realmente danneggiato l’economia.
Contro ogni evidenza hanno perso tanto tempo a sostenere che l’inflazione ben presto sarebbe passata da sola. Invece ormai adesso abbiamo tassi di inflazione veramente tremendi e le banche centrali sono costrette ad intervenire. Lo strumento che hanno le banche centrali per arginare la fortissima inflazione è il rialzo dei tassi. Le banche centrali sono molto restie ad alzare i tasti perché sanno bene che alzando i tassi la borsa potrebbe avere un crollo e l’economia potrebbe entrare in recessione. Dunque sostanzialmente le banche centrali devono scegliere la via di mezzo tra recensione ed inflazione alta.
Le fragilità dell’Europa
Ma progressivamente l’euro è diventato sempre più debole nei confronti del dollaro perché mentre la Banca Centrale Americana ha cominciato per tempo un energico rialzo dei tassi, la Banca Centrale Europea ha continuato a restare ferma ed immobile. Il board della BCE ha sempre trovato ottime scuse per rimandare il rialzo dei tassi. Di conseguenza i maggiori rischi per l’Europa a causa della guerra, il problema della chiusura del gas russo ed anche una politica della banca centrale particolarmente timorosa hanno reso l’euro sempre più debole.
La BCE cambia rotta
Ultimamente la Banca Centrale Europea si è detta disponibile ad uscire dall’era dei tassi negativi e dunque ad aumentare i tassi seppure con un notevole ritardo. Questo ha ridato un po’ di vitalità all’Euro ma il quadro resta fosco perché la zona euro sta patendo le incognite della guerra in modo molto più marcato rispetto agli Stati Uniti. Eppure paradossalmente proprio dagli Stati Uniti si cominciano a sentire voci in controtendenza. Nel board della Federal Reserve c’è chi ha detto che nel 2023 Forse sarà necessario addirittura un taglio dei tassi. Dunque le banche centrali sono in stato di forte apprensione ed anche confusione ma restano le debolezze di un’Europa troppo esposta alla guerra contro Putin.