La pensione è uno strumento importante cui, però, può essere soggetto a frequenti errori da parte dell’ente erogatore. Ecco quando l’INPS ha l’obbligo di risarcirti
La pensione rappresenta il traguardo di chi ha lavorato una vita e può, finalmente, iniziare a godersi i frutti del proprio impegno. L’assegno pensionistico, infatti, permette a chi ne ha diritto, di mantenere il proprio stile di vita senza dover lavorare. Tuttavia, anche in questo caso potrebbero esserci dei problemi.
Non è raro, infatti, che l’ente erogatore della pensione possa incorrere in errori di valutazione o procedurali che possano mettere in pericolo l’erogazione del cedolino. Ecco quali sono, quindi, i casi in cui l’INPS ha l’obbligo di risarciti.
Pensioni, ecco quando l’INPS deve risarcirti
Lavorare una vita, faticare duramente e rispettare tutti gli impegni burocratici potrebbe a volte non essere abbastanza. Può capitare, infatti, di incorrere in alcuni seri problemi con gli enti erogatori, riguardo il tema delle pensioni, soprattutto quando si parla di errori burocratici.
Può essere possibile, dunque, che l’INPS sia obbligata a risarcire i danni a causa di un’errata comunicazione della posizione contributiva del cittadino. In questo caso, infatti, il contribuente può richiedere il risarcimento del danno nel caso in cui abbia cessato anticipatamente il rapporto di lavoro, dopo l’errata comunicazione dell’ente.
È un caso realmente accaduto in Lombardia, dove un cittadino ha chiesto, presso il Tribunale di Bergamo, un risarcimento per danni a causa di una errata comunicazione da parte dell’INPS. In questo caso il cittadino aveva fatto richiesta di conoscere la propria posizione contributiva, ricevendo come risposta l’esistenza di un numero di contributi sufficienti per ottenere la pensione di anzianità.
Alla luce di queste informazioni, il contribuente ha deciso di rassegnare le dimissioni, certo di avere i requisiti per l’ottenimento della pensione. Tuttavia, a seguito della sua decisione, il cittadino ha ricevuto una comunicazione da parte dell’INSP in cui gli si comunicava che non aveva diritto all’assegno, in quanto i calcoli presenti nella prima comunicazione erano errati.
Ad aggiungere il danno alla beffa è stata la comunicazione da parte dell’Ente in cui si chiedeva la restituzione delle somme ricevute da parte del contribuente. Sono stati questi, quindi, gli elementi che hanno convinto il cittadino a chiedere il risarcimento dei danni.
Con sentenza n.23114/2019, la Corte di Cassazione ha dato ragione al contribuente, le cui proposte sono state parzialmente accolte. Secondo la Cassazione, infatti, l’INPS deve risarcire il danno nel caso in cui comunica un’informazione errata riguardo la maturazione dei contributi.