Sempre più spesso ormai si parla di reddito di base universale.
Una misura sicuramente avanzata ed innovativa che secondo molti potrebbe evitare gran parte dei danni della prossima recessione.
Il reddito di base universale è una misura socialmente molto avanzata da non confondersi con il reddito di cittadinanza.
Infatti il reddito di cittadinanza ha come requisiti un determinato tetto ISEE ed anche la ricerca di un lavoro.
Il reddito di base universale al contrario è concepito come un reddito erogato a tutti i cittadini quale diritto fondamentale ed inalienabile. Dunque il reddito di base sarebbe erogato a tutti: ricchi e poveri a prescindere da qualsiasi considerazione. Dunque il reddito di base accompagnerebbe il cittadino per sempre e non si sarebbe mai il rischio di perderlo. Sono circa 30 anni che studi sul reddito di base condotti da molte delle più prestigiose università del mondo hanno sottolineato i vantaggi di una misura così progredita socialmente. Oggi l’Unione Europea ha attivo un procedimento di iniziativa popolare volto a raccogliere un milione di firme entro il 25 giugno.
Se effettivamente entro il 25 giugno si saranno raccolte un milione di firme il progetto di un reddito di base universale incondizionato per tutti gli europei potrà passare al Parlamento Europeo ed iniziare l’iter per diventare una vera e propria norma. Ultimamente gli italiani hanno fatto registrare una clamorosa impennata di richieste del reddito di base europeo. Questo non stupisce perché gli italiani diversamente dai cittadini di altri paesi europei sanno di vivere in un paese che non ha reali strumenti di contrasto alla povertà e sono consapevoli di vivere in un paese dove gli stipendi sono bassissimi e non esiste il salario minimo. Dunque gli italiani sanno bene di essere estremamente vulnerabili alla recessione e dalla povertà rispetto agli altri cittadini europei.
Probabilmente sono queste le ragioni che hanno spinto a questa forte ed imprevista impennata delle richieste del reddito di base. Tuttavia se entro il 25 giugno non si giunge ad un milione di firme questo progetto svanirà e non ci sarà la possibilità che il reddito di base venga effettivamente preso in considerazione dal Parlamento Europeo per essere trasformato in una norma vincolante per tutti gli stati. Eppure lo spettro della recensione considerato ormai sempre più probabile rischia di far finire decine di milioni di cittadini europei in povertà.
Già oggi soltanto in Italia i numeri della povertà si sono impennati in una maniera impressionante e dunque una misura sociale del genere sarebbe particolarmente preziosa. Non è semplice finanziare uno strumento di questo tipo ma sarebbe estremamente utile che il dibattito pubblico effettivamente iniziasse perché secondo molti economisti il reddito di base diventerà sempre più inevitabile con la diminuzione del lavoro causata dall’automazione.
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