Il braccio di ferro tra Unione Europea e Russia è denso di colpi di scena.
Teoricamente l’Unione Europea vuole liberarsi dal gas di Putin per non pagargli più una gigantesca bolletta.
L’Europa ha ripetuto in numerose occasioni questo concetto. Ci si vuole liberare dal gas russo e diventare finalmente autonomi.
Anche la Russia più volte ha sostenuto di voler tagliare le forniture di gas all’Europa per ritorsione.
La questione caldissima è quella del pagamento in rubli preteso da Mosca ma a quanto pare l’Europa avrebbe intenzione di chinare il capo. Vediamo che cosa sta succedendo. Grandissime aziende energetiche europee come ad esempio Eni hanno aperto i cosiddetti “conti K” prezzo Gazprombank. Questa mossa dice tante cose, ma soprattutto dice che i paesi europei non vogliono fare la fine di Bulgaria e Polonia che hanno tagliato i ponti con la Russia e si sono ritrovate senza gas. Nonostante l’Unione Europea alzi i toni, in concreto sul fronte del gas vuole fare la pace con Putin o almeno vuole evitare di rimanere senza gas.
In sostanza le grandi aziende energetiche d’Europa possono pagare in euro o dollari il gas russo a Gazprombank e poi sarà proprio quest’ultima a trasformare il denaro in rubli come voluto da Putin. Un gioco di prestigio diplomatico e monetario che sostanzialmente dà ragione a Putin e lo premia per la sua durezza. Sostanzialmente l’Europa si è fatta ai suoi conti e ha capito che senza gas Russo la recessione è praticamente inevitabile. Ma questa mossa è anche importante sul fronte delle trattative per la pace.
Infatti tenere aperto un canale con Mosca significa comunque offrire la possibilità al disastrato paese di Putin di intavolare un dibattito che sia improntato alla ricerca di una pace. Ad ogni modo le motivazioni alla base per l’apertura dei conti K sono sostanzialmente economiche. Perché senza il gas russo per le famiglie europee la stangata sulla bolletta di luce e gas sarebbe stata veramente insostenibile e per le imprese il rischio di chiudere sarebbe stato veramente troppo forte. Dunque le grandi aziende dell’energia europee continueranno a rifornirsi dalla Russia perché onestamente un’alternativa vera non esiste. Si può parlare in prospettiva ma oggi il gas russo è insostituibile per l’Europa.
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