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Ora i datori di lavoro non possono più mettere a disagio i dipendenti: oltre 6 anni di reclusione

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Salvatore Dimaggio

Il lavoro è qualcosa di determinante nella vita dell’individuo, ma spesso i rapporti di lavoro non sono facili.

Per la nostra costituzione il lavoro è un elemento qualificante della vita ed anzi l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro.

ANSA/Polizia

Eppure decenni di disinteresse nei confronti del lavoratore hanno portato la condizione occupazionale italiana ad essere molto precaria.

I datori di lavoro ora devono stare attenti

La mancanza di un salario minimo e la pervicace assenza di tutele nei confronti del lavoratore rendono tanti lavoratori dei soggetti estremamente deboli nei confronti del proprio datore di lavoro.

Pixabay

Se a ciò aggiungiamo anche la forte penuria di posti di lavoro disponibili è chiaro che il dipendente molto spesso è alla mercé del datore di lavoro e deve subire comportamenti anche non proprio corretti se non vuole perdere il posto. Eppure da oggi il lavoratore ha una piccola tutela in più. Molto spesso nel mondo del lavoro il datore di lavoro può mettere realmente a disagio il suo dipendente fino a configurare nei suoi confronti un vero e proprio comportamento persecutorio.

Il rispetto per il dipendente non può venire meno

Demansionarlo senza motivo, oppure trattarlo in una maniera tale da fargli percepire di essere da meno rispetto ai suoi colleghi: sono mille i modi nei quali un datore di lavoro può rendere la vita dura a un suo dipendente fino a far sorgere addirittura delle vere e proprie patologie psichiche in capo a questo. La letteratura scientifica è ricchissima di studi su questo argomento ed il mobbing sul posto di lavoro è una vera e propria tragedia. In Italia questo fenomeno è diffusissimo. Ma con i nuovi orientamenti giurisprudenziali che stanno emergendo ultimamente il datore di lavoro deve stare decisamente più attento.

Visite fiscali e condotte persecutorie

Infatti recenti pronunciamenti giurisprudenziali hanno portato a ritenere che visite fiscali fatte al dipendente in malattia in modo esagerato e troppo frequente soltanto per metterlo a disagio e in difficoltà costituiscono mobbing e possono essere sanzionate con la pena prevista dal codice e vale a dire 6 anni e 6 mesi di reclusione. Difatti il datore di lavoro può usare mille e strategie apparentemente lecite per mettere in difficoltà il suo lavoratore. La visita fiscale è qualcosa di perfettamente lecito da fare quando il dipendente sia in malattia. Tuttavia sfruttare questo strumento per tormentare il dipendente da oggi può rischiare costare assai caro.

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