Richiedere il congedo straordinario potrebbe costare più del previsto. Ecco perché si rischia di pagarlo con la pensione
Il congedo straordinario consiste in un periodo variabile di assenza dal lavoro. È un permesso che viene concesso a quei lavoratori dipendenti che necessitano di assistere i propri familiari con disabilità gravi, secondo l’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n.104. Proprio per questo, viene comunemente chiamata “legge 104”.
I lavoratori dipendenti, dunque, hanno il diritto di assistere i propri familiari che versano in condizioni di handicap gravi, fruendo di un congedo straordinario retribuito, per un massimo di 24 mesi. In questo periodo, il lavoratore riceverà lo stesso indennizzo del periodo normalmente lavorativo. Ma si potrebbe correre il rischio di pagarlo con la pensione. Ecco perché.
Grazie alla possibilità di usufruire del congedo straordinario, ai sensi della legge 104/1992, i lavoratori dipendenti non perdono nulla sullo stipendio, oltre a non avere ripercussioni sulla futura pensione. Questo avviene grazie al fatto che vi è una copertura da parte di una contribuzione figurativa, stanziata dall’Inps, la quale ricopre, appunto, la spesa valida a fini pensionistici.
Tuttavia, questo non esclude la perdita di qualcosa sulla futura pensione. Secondo la legge, infatti, esiste un limite riguardo il versamento della contribuzione, oltre il quale non è possibile andare. Sono contemplate, infatti, delle possibilità di vedersi decurtata la futura pensione a causa del congedo a cui si è fatto accesso.
Vi è infatti un tetto massimo fissato dalla legge. Coloro che usufruiscono del congedo straordinario, infatti, hanno accesso ad un’indennità pari al 100% della retribuzione totale. Tuttavia, questo è possibile entro e non oltre i 37.341€, ovvero 102,30€ al giorno.
Ogni anno, inoltre, viene rivisto il limite sul riconoscimento della contribuzione dovuta, la quale ammonta al 33% della retribuzione globale. La soglia massima di contributi figurativi riconoscibili, in data 1° gennaio 2022, è di 12.322,53€. Questo vuol dire che il massimale annuo, prese in considerazione indennità e contribuzione figurativa, ammonta a 49.633,38€.
Per quanto riguarda la pensione, la contribuzione figurativa può essere penalizzata quando la retribuzione lorda del lavoratore sia superiore ai 37mila euro annui. Questo perché verrà riconosciuta sempre un’indennità massima pari a 37.341€, ovvero l’importo massimo. I contributi figurativi, invece, saranno comunque inferiori a 12.322,53€.
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