La guerra in Ucraina mette in luce come gli italiani più poveri siano lasciati completamente soli.
La guerra in Ucraina sta colpendo duramente l’economia europea ed il rischio di default russo così come l’ipotesi di una crisi del gas russo rischiano veramente di mettere nei guai famiglie ed imprese.
Gli economisti lanciano l’allarme addirittura di una possibile stagflazione. L’Italia si riscopre spaccata in due.
Da una parte pochi benestanti che sostanzialmente non risentono di questa crisi e che anzi magari riescono anche a guadagnarci speculando nel modo giusto, mentre poi una grande maggioranza di cittadini che fino a ieri se la cavavano mentre oggi hanno difficoltà ad andare avanti.
L’inflazione ha creato addirittura un milione di nuovi poveri ed il paese si dimostra clamorosamente privo di qualsiasi strumento di aiuto alla povertà. L’Italia non ha il salario minimo per cui la maggior parte dei giovani vive con paghe da fame e chiaramente il minimo rialzo del costo della vita diventa fatale. Inoltre l’Italia non ha alcuna forma di reddito di base e anche questo crea allarme sociale.
Ultimamente il reddito di base è diventato un tema caldissimo e sempre più italiani lo stanno chiedendo con forza sull’apposito sito dell’Unione Europea. L’unica misura di contrasto alla povertà esistente in Italia è Reddito di Cittadinanza. Tuttavia come Caritas ha confermato nel suo ultimo report soltanto il 44% dei veri poveri riesce a percepire il reddito. Gli altri per molteplici fattori legati spesso a piccole proprietà immobiliari fatiscenti ed invendibili non riescono a percepire il reddito grillino e di conseguenza si trovano in una pericolosa spirale di miseria.
Il governo continua a fronteggiare la crisi con aiuti spot e con bonus estemporanei e contorti e difficili da richiedere ma chiaramente non è questa la via per dare respiro ad un paese nel quale ormai milioni di persone vivono in povertà o rischiano di finirci presto. La speranza di molti economisti ed intellettuali e che entri presto in funzione una forma anche minima di reddito di base universale che possa offrire un minimo di stabilità a chi ormai versa in condizioni critiche. Ma forse il rischio più forte è il paventato fallimento a catena di tante aziende italiane che non possono resistere ancora per molto ai terribili prezzi delle materie prime.
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