C’è un nuovo bonus che lo Stato ha messo a disposizione ma non tutti possono riceverlo. Ecco quali sono i criteri per potervi accedere e quali sono i tempi di erogazione.
E’ arrivato il turno dell”Assegno Unico”, la misura adottata dal governo guidato da Mario Draghi per andare incontro alle esigenze delle famiglie italiane con figli a carico. Dal beneficio non restano esclusi i percettori del Reddito di cittadinanza, i quali sono iscritti d’ufficio nell’elenco di coloro lo ricevono senza inoltra una nuova richiesta. L’obiettivo è quello di far fronte a difficoltà e problematiche economiche scaturite dalla crisi economica dettata dal Covid, che ha messo in ginocchio migliaia di famiglie italiane. A farne le spese, in particolare, sono quelle con più figli a carico tra istruzione e il resto. Per coloro che hanno presentato già la domanda, si dovrebbe avvicinare ormai il tempo in cui il pagamento dovrebbe essere erogato. L’assegno ha iniziato a viaggiare da marzo scorso, anche se proprio i percettori del Reddito di Cittadinanza ancora non lo hanno incassato. Perché? A spiegarlo è l’Istituto nazionale previdenza sociale che con una nota ha sottolineato che i beneficiari dell’Assegno unico lo avranno non da marzo ma aprile, insieme al Rdc. Di fatto, avranno due bonus.
Ufficialmente il suo nome completo è Assegno Unico Universale, ed è dedicato alle famiglie con figli a carico. Da capire a quanto corrisponde la somma che lo Stato mette a disposizione. Per coloro che hanno un figlio a carico e un Isee inferiore a 15mila euro, il contributo è di 175 euro. La cifra del sussidio è orientata in base a diversi criteri: l’Isee della famiglia, madri non ancora 21enni, figli con disabilità. Per fare richiesta del bonus bisogna recarsi all’Inps o al patronato. Diversa la procedura per i percettori del Reddito di Cittadinanza, i quali sono iscritti d’ufficio nelle liste di chi deve ricevere l’Assegno Unico. Passando ai numeri, sono circa 600mila le persone che ad aprile hanno richiesto il bonus e che lo riceveranno a maggio.
In totale, la misura adottata dal governo è di circa 19 miliardi all’anno, e va a sostituire altri strumenti già previsti. E’ stabilita un aumento di circa 6 miliardi rispetto alle somme precedentemente destinate a famiglie e genitori per la crescita dei propri figli. L’assegno è dedicato a coloro che hanno un figlio non ancora maggiorenne a carico. Ma non solo, perché il governo ha previsto anche la possibilità di dare un contributo chi ha figli tra i 18 e 21 anni. L’importo sarà inferiore. E’ possibile aggiungere nuove distinzioni: per le famiglie con Isee pari o inferiori a 15 mila euro, è previsto un assegno pari a 175 euro al mese. Scende invece la somma, a 50 euro, per un Isee che sfora i 40 mila euro.
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