Il calcolo fiscale è uno dei temi più spinosi e difficili da trattare per gli italiani. E va ad incidere sulla cifra e sugli importi della pensione: ma forse ci sono buone notizie questa volta.
L’argomento delle pensioni rimane sempre qualcosa che scalda i cuori e le tasche degli italiani. In particolare, oltre a chi ne trae beneficio dopo tanti anni di sacrificio, sono i partiti politici e le forze di governo che devono mettere insieme le diverse proposte e sensibilità del Paese. In questi giorni il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha richiamato alla necessità di avviare un confronto con pensionati e lavoratori su questi temi. Anche il segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha chiesto che l’esecutivo di Mario Draghi convochi le parti sociali. Lo scopo è di difendere i salari, le pensioni e mirare alla stabilità del lavoro. Ma anche di proteggere il potere d’acquisto di salari e pensioni a rischio dall’inflazione.
Pensioni, cosa c’è in vista?
Sulle pensioni del nostro Paese, come riferisce Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, esiste una tassazione troppo alta che deve essere diminuita “significativamente”. Per farlo bisogna parificare la No Tax Area a quella dei lavoratori dipendenti, ingiustamente diversificata con l’ultimo cambiamento normativo sull’Irpef.
Questa misura, sempre secondo le quote dei sindacati potrebbe provocare un aumento delle pensioni a partire da circa 100 euro al mese fino a circa 140 euro per le pensioni di importo pari a 1.500 euro mensili. Per collegamento con la mancata indicizzazione, sottolinea lo studio, il pensionato che nel 2011 percepiva 1.500 euro per acquistare la stessa quantità di alimenti, vestiti e servizi che acquistava 11 anni avrebbe bisogno oggi di 759 euro in più l’anno rispetto al valore attuale della pensione, pari a 1.651 euro.
Pensioni, il precedente sul ricalcolo
Nel 2021 è stato anche introdotto l’Assegno Unico e Universale (AUU), uno strumento che dal primo marzo 202 a va sostituire altre forme di sostegno alla genitorialità, in particolare per figli con età non eccedente i 21 anni e senza limiti di età per prole portatore di handicap. Su questo l’Inps con un comunicato stampa ha spiegato dettagliatamente cosa accadrà dal primo marzo: “Dal primo marzo sarà possibile riconoscere l’Assegno Unico e Universale per i nuclei con figli minori o con maggiorenni inabili e potranno essere concessi Anf/Af solo in caso di nuclei senza figli”, scrive l’Istituto. Il quale continua con dire che “saranno sospese le erogazioni di Anf/Af con riferimento a nuclei familiari in cui è presente almeno un figlio con età inferiore a 21 anni, ovvero un figlio con disabilità a carico senza limiti di età”. Questo vuol dire che gli altri assegni saranno sospesi per i nuclei composti da orfani.